Dal 12 al 17 aprile, per recupero della stagione 2019/2020, va in scena PROCESSO A GESÙ di Diego Fabbri per la regia di GEPPY GLEIJESES con MARCO CAVALCOLI, DANIELA GIOVANETTI,  GIOVANNA BOZZOLO ed un nutrito cast di attori. Le musiche sono di Teho Teardo.

Rappresentato per la prima volta nel 1955, “Processo a Gesù” rappresenta il capolavoro del drammaturgo Diego Fabbri (1911-1980) e fu scritto dal 1952 al 1954, giungendo al successo sui palcoscenici di tutto il mondo.

Fabbri fu ispirato dal processo «politico» che un gruppo di giuristi anglosassoni aveva organizzato nel 1933 a Gerusalemme e che si era concluso con l’assoluzione di Gesù.

Partita da questo fatto di “cronaca giudiziaria” l’opera di Fabbri si trasformò in un’indagine serrata ed emozionante su una società che aveva perso la speranza della salvezza, la fiducia nei propri valori, soprattutto la fiducia nella condivisione e nell’amore, e che era stata costretta, da un sistema economico inesorabile, a chiudersi  nell’individualismo e nell’edonismo.

La visione cattolica del drammaturgo si sostentava della drammaticità di Dostoevskij, di Pascal, di Manzoni, e dei grandi scrittori francesi come Bernanos, Mauriac, Péguy, Claudel.

Fu così che Diego Fabbri realizzò, in “Processo a Gesù”, una sorta di documento di un’epoca disorientata ed insofferente, un’epoca in cui l’essere umano a cui hanno tolto “Dio” ne sente urgente il bisogno  e lo cerca, paradossalmente, attraverso tutte le possibili vie che conducono al soprannaturale.

Ha scritto Geppy Glejeses: «Il contrasto tra i due mondi degli accusatori e dei difensori, entrambi innocenti e colpevoli, è dilaniante, attuale come carne viva, determinante per la coscienza di ognuno di noi. “…Se mi si mostrasse che Cristo è fuori dalla Verità, ed effettivamente risultasse che la Verità è fuori di Cristo, io preferirei restare con Cristo anziché con la Verità. Perché Cristo è il reale… Cristo è il vero scandalo”. È Dostoevskij che parla. E Kierkegaard gli fa eco: “… Profondamente nell’intimo di ogni uomo si nasconde l’angoscia che egli debba ritrovarsi solo nel mondo, dimenticato da Dio, sperduto tra milioni e milioni di esseri, nello smisurato ordinamento del mondo…” e quindi, se credi, in Gesù c’è la salvezza, se non credi e non sei un decerebrato, con Gesù devi fare i conti».