"Non dobbiamo dimenticare che esiste la necessità, la missione - la vogliamo chiamare così perché io penso sia una cosa bella? -, di mettere al mondo dei bambini, che saranno i futuri cittadini e italiani. E qui c’è l’approccio culturale: ora userò un termine terribile, diventerà trash: dobbiamo aiutare le istituzioni, il Vaticano, le associazioni [a far sì] che la maternità torni a diventare di nuovo cool. Dobbiamo far sì che le ragazze di 18 anni di 20 anni, vogliano sposarsi e vogliano mettere su una famiglia".
Lo ha detto su La7 la senatrice, manco a dirlo di Fratelli d'Italia, Lavinia Mennuni, in qualità di membro della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza.
In pratica, secondo la (post) camerata britannica, è nata a Southampton, le bambine "italiche" dopo aver giocato con le bambole, aver imparato a cucire, a fare la maglia e a cucinare, da 18 anni in su devono mettersi sotto a sfornar figli... perché quella è la loro missione: essere delle fattrici.
Quanto da lei detto non è passato inosservato e ha generato più di qualche perplessità, ma solo nel campo delle opposizioni, mentre i propagandisti del minculpop si sono trasformati in eristi per giustificare la normalità di un'affermazione simile che, implicitamente, nega alla donna qualsiasi diritto, a partire da quello di poter scegliere.
Un'altra considerazione di quanto siano state improvvide le parole della senatrice di FdI è relativa anche al fatto che la Mennuni non sembra rendersi conto che il principale ostacolo alla natalità in Italia è rappresentato dal reddito. Una volta, quando l'Italia era un paese in mano agli agrari, per i contadini fare figli significava avere delle braccia in più, un valore aggiunto da barattare per continuare ad essere mezzadri... il padrone ci avrebbe guadagnato!
Oggi per fare figli, con tutti gli obblighi annessi, è necessario avere un reddito minimo che in pochi hanno, visto che gli stipendi in questo paese sono fermi a vent'anni fa. Ed a questo si deve aggiungere che il governo supportato dalla senatrice di FdI ha bocciato la proposta di legge sul salario minimo che andava nella giusta direzione per aumentare le fonti di reddito delle persone e, di conseguenza, sarebbe stato un aiuto (perlomeno teorico) per aumentare i nuovi nati.
Poi c'è l'aspetto cultural-politico. La Meloni è una figlia di Colle Oppio, prima sezione a Roma e in Italia del MSI, il partito di Michelini e Almirante nato per riportare al potere il fascismo. La Meloni è una (post) fascista che, gradualmente, vuol far diventare l'Italia fascista. Adesso, dal dio, patria e famiglia siamo arrivati al "date figli alla patria". Difficile credere che le parole della Mennuni non siano "figlie" di una strategia suggerita da via della Scrofa.
"Vorrei ricordare che per la visione del Duce le donne o erano fattrici o stavano nei bordelli, raramente erano intellettuali. Se sono diventate cittadine, è solo grazie alla resistenza antifascista che si è sviluppata successivamente. Mi meraviglio che Alessandra Mussolini ancora contrasti il 25 aprile: sotto il fascismo avrebbe potuto fare le sue grandi battaglie civili per denunciare la violenza sulle donne?"
Lo aveva detto Moni Ovadia in occasione del 25 aprile 2020.
Per chi non lo sapesse, Mussolini invocava il primato dei figli in quanto necessari alla marcia di un popolo che vuole ascendere agli orizzonti del benessere e della grandezza... qualunque cosa abbia voluto dire!
E adesso non stupiamoci se al prossimo rimpasto su Eccellenza Giorgia Meloni creerà un ministero per i figli da donare alla patria.