Il Consiglio comunale della città di Dresda, capoluogo della Sassonia, ha approvato a maggioranza una risoluzione per proclamare lo "stato d'emergenza nazismo", motivato da "atteggiamenti e azioni antidemocratici, anti-pluralisti, contrari all'umanità e di estrema destra che arrivano fino alla violenza" che avvengono alla luce del sole e con sempre maggiore frequenza.
Con tale risoluzione - votata da Verdi, Linke, Liberali (Fdp) e socialdemocratici (Spd) e non dai democristiani della CDU di Angela Merkel che non volevano forse rendere ancor più tesi i rapporti con il partito gemello della Baviera, da sempre spostato su posizioni di destra - la città della ex-Ddr intende rafforzare la propria cultura democratica e proteggere le minoranze etniche e religiose.
I nazisti, in Germania, hanno indirettamente una rappresentanza politica nelle istituzioni democratiche tramite il partito Alternative für Deutschland (AfD, Alternativa per la Germania), appartenente alla cosiddetta area sovranista ed "alleato" della Lega di Matteo Salvini.
Bene ha fatto Dresda, un esempio che in Italia dovrebbe essere seguito anche a livello nazionale. Infatti, in Italia dovremmo iniziare a lanciare ufficialmente l'allarme contro il pericolo fascista che minaccia il nostro Paese.
Un fascismo, per il momento, piacione e da strapaese - escludendo ovviamente dichiarazioni e risoluzioni contro alcune minoranze - che utilizza sorrisi e pacche sulle spalle per insinuarsi ed affermarsi tra la gente - distratta e preoccupata dal contingente - ma che non sempre riesce a mascherare la propria vera natura.
Ne abbiamo avuto conferma il 31 ottobre quando l'Aula del Senato ha approvato l'istituzione di una commissione straordinaria contro odio, razzismo e antisemitismo, proposta dalla senatrice a vita Liliana Segre, ebrea milanese sopravvissuta all'esperienza dei campi di concentramento nazisti.
Una mozione che avrebbe dovuto essere approvata all'unanimità, ma che non ha ricevuto il consenso del centrodestra, i cui senatori sono rimasti seduti quando il resto dell'Aula si è alzato il piedi per applaudire la Segre e l'istituzione della Commissione.
Ne abbiamo ancora una volta avuto esempio alla ennesima ricorrenza a Predappio della marcia su Roma, con qualche migliaio di fascisti ad urlare slogan inneggianti al duce, mentre altri indossavano magliette con la scritta "Salvini santo subito".
E come non rammentare le abbuffate fasciste!
Ad Acquasanta Terme, in provincia di Ascoli, il 28 ottobre è stata organizzata una cena per celebrare il 97° anniversario della marcia su Roma. La cena è stata organizzata nel ristorante-hotel Terme con tanto di invito-menù in stile fascista:
"Il 28 ottobre 1922 è un giorno memorabile e indelebile, la storia si rispetta e si commemora; Camminare e costruire e se necessario combattere e vincere", recitava l'invito su cui erano stampate anche la foto di Mussolini, l'immagine di un fascio littorio e un aquila su cui campeggiava il simbolo di Fratelli d'Italia.
Alla cena hanno partecipato anche i vertici locali del partito fondato e guidato dalla (non?) camerata Giorgia Meloni che, dopo non aver incassato il placet di Roma, hanno cercato di smarcarsi dall'evento dicendo che non avevano visto il menu!
Chi erano i "fratelli d'Italia" presenti? Il sindaco di Ascoli, Fioravanti, il deputato Acquaroli e il coordinatore provinciale Capriotti, oltre al vicesindaco di Ascoli e al presidente del consiglio comunale di San Benedetto del Tronto.
Altra abbuffata di commemorazione della marcia su Roma, sempre il 28 ottobre, si è celebrata anche in un ristorante di Castel del Piano, sull'Amiata.
Nell'occasione il locale è stato addobbato con un pannello con su affissa una bandiera con l'immagine di Mussolini e a fianco fasci e tricolore.
E nonostante che grazie alla incessante ed estenuante propaganda sovranista negli ultimi mesi siano aumentati in Italia episodi di cronaca alla cui base vi è l'odio razziale, si continua a credere che gente come, ad esempio Salvini e Meloni, siano da considerarsi politici "normali", mentre in realtà stanno progressivamente sdoganando messaggi sempre più violenti e sempre meno democratici, finché non riterranno opportuno che sia giunto il momento di mettere al bando l'ipocrisia e dichiararsi apertamente per quello che sono: fascisti.
Dobbiamo aspettare quando non ci sarà più rimedio per accorgerci del pericolo fascista in Italia?