Tav, che fare? Nessuno lo sa ed i primi a non saperlo sono gli stessi protagonisti, Lega da una parte e 5 Stelle dall'altra, con in mezzo Conte che cerca di "metter acqua" in un bicchiere che entrambe le forze politiche possano definire mezzo pieno. Ma finora non vi è riuscito e non sembra avere gli strumenti per farlo... almeno nell'immediato.

La riunione iniziata martedì sera, che doveva andare avanti ad oltranza fino ad arrivare ad una decisione definitiva, si è conclusa intorno alle 2 di notte, con delle dichiarazioni d'intenti che possono essere descritte, ben che vada, come allucinanti e che possono essere interpretate con la volontà di voler rimandare la palla in tribuna, per prender tempo in attesa di momenti migliori.

Ma anche volendo scegliere questa via, il Governo si trova davanti l'ostacolo rappresentato da alcune centinaia di milioni di euro che potrebbero esser persi se la Telt, la società italo francese che gestisce i lavori della Torino-Lione non darà il via, entro lunedì, ai bandi per gli appalti necessari alla realizzazione dell'opera.

Ed è presumibilmente legato a ciò il motivo dell'incontro di questo pomeriggio tra il premier Giuseppe Conte e il direttore generale di Telt, Mario Virano, di cui ancora non si conoscono i contenuti.

Da fonti leghiste si fa trapelare l'intenzione di dare il via libera, comunque, a Telt per mandare avanti i bandi e non perdere i finanziamenti. Al contrario, i 5 Stelle starebbero addirittura pensando di portare al CdM previsto in serata prima delle 8 un provvedimento per bloccare i bandi che la Telt deve approvare.

Luigi Di Maio, rispetto a quanto accaduto in precedenza, ha deciso che il Tav Torino-Lione deve essere la linea del Piave che il Movimento non può permettersi di far superare ai leghisti, perché potrebbe segnare un'ulteriore perdita di consensi nei sondaggi e defezioni importanti nei gruppi parlamentari, oltre ai problemi nelle amministrazioni locali piemontesi dove grillini e No Tav sono le stesse persone.

Quindi, che fare? Si poteva pensare che Conte lo avrebbe spiegato una volta apparso in conferenza stampa, ma così non è stato. Nelle dichiarazioni ai giornalisti, il premier si è limitato a fare un riassunto di quanto già si sapeva, senza però dare indicazioni sui tempi previsti per decidere su un Sì o un No in merito al prosieguo dell'opera.



Ieri sera - ha detto il premier - abbiamo convocato gli esperti che hanno redatto la relazione costi/benefici. insieme a loro vi erano altri esperti terzi, a cui si sono aggiunti altri esperti che accompagnavano i politici presenti. Un apoteosi di esperti, in pratica, che ha avuto come risultato quello di far convincere Conte - parole sue - che l'analisi costi benefici era veramente corretta.

Stabilito questo, il premier ci ha informato che gli esperti hanno lasciato il tavolo, con la riunione che è così proseguita valutando l'aspetto esclusivamente politico legato all'opera. I politici hanno così iniziato a parlare della decisione da prendere.

Conte ha detto che, personalmente, lui non è convinto che il Tav sia utile al Paese e che ad oggi quel progetto non sarebbe stato cantierizzato. Bene, anzi male... ma in ogni caso, come intende procedere il Governo?

"Credo che sia d'obbligo procedere ad una interlocuzione con i partner del progetto per parlare di dubbi e perplessità relativi al progetto".

Questo è quello che Conte vuole fare, pensando che tale scelta sia logica, e cercando di dimostrando stilando una lista di argomenti a favore dell'opera, controbilanciati in negativo da una lista di argomenti a sfavore.

Insomma, Conte ha voluto convincere chi lo stava ascoltando che la "melina" che stava mettendo in scena ha realmente una qualche motivazione tecnico-giuridica che giustifica il ritardo della decisione che doveva essere presa venerdì e che adesso è rimandata sine die.

E i bandi? Conte ha dichiarato che anche su quelli il Governo non ha deciso e che la "riserva" sarà sciolta "nelle prossime ore".

Ed il contraddittorio con la Francia? Nel caso i francesi accettassero di dialogare con l'Italia, quale sarebbe poi la base di partenza della discussione da parte del nostro Paese visto che una metà del nostro Governo vuole l'opera, mentre l'altra metà non la vuole? Conte non lo ha spiegato, aggiungendo anche di escludere che l'attuale stallo possa avere per conseguenza una crisi. Nel Consiglio dei Ministri odierno che si svolgerà in serata l'argomento Tav non sarà discusso.