A questo punto, se necessario, toccherà all'esercito. Dopo quattro giorni di code continuate alle stazioni di servizio con relative chiusure a causa dell'esaurimento scorte, il Regno unito ha deciso di tamponare il problema degli approvvigionamenti di carburante ricorrendo all'esercito.

Così, saranno fino a 150 i militari camionisti pronti ad entrare in azione per consegnare carburante alle stazioni di servizio britanniche per far fronte alla carenza di scorte dovuta agli automobilisti che, per il panico di rimanere a secco, si sono sottoposti e ancora si stanno sottoponendo a code anche di ore, pur di fare il pieno alle loro vetture... aggravando così il problema del ripristino delle scorte che non riguarda solo l'industria petrolifera, ma anche altri settori, a partire da quello dei generi alimentari.

Per il conservatore Huw Merriman, presidente della Commissione trasporti, quanto sta accadendo è colpa delle aziende che non hanno risolto in tempo il problema, indicato come di vecchia data, relativo alla carenza di autisti, dovuto alle condizioni di lavoro, da lui definite pessime, e ai bassi salari. Pertanto, finora, solo camionisti provenienti da altri Paesi avevano accettato le condizioni di lavoro offerte e con la Brexit il problema è esploso in tutta la sua gravità.

Oltre alla possibilità di ricorrere all'aiuto degli autisti dell'esercito, il governo Johnson ha deciso di allargare l'abilitazione al trasporto carburanti anche agli autisti provvisti di patenti speciali, prorogandone anche le scadenze e senza far effettuare corsi di aggiornamento o esami.

Inoltre, a partire dalla metà di ottobre, è stata annunciata anche la concessione di visti temporanei, con validità fino a Natale, per 5mila autisti stranieri abilitati a condurre autocisterne e camion per il trasporto di generi alimentari, nonostante non si capisca perché dei camionisti dall'estero dovrebbero andare a lavorare in Gran Bretagna - magari lasciando un lavoro a tempo pieno - solo per un periodo di tre mesi.

Superfluo ricordare ancora una volta che la quasi totale responsabilità di quanto sta accadendo nel Regno Unito ricada sulla Brexit.