Franco Iachi Bonvin, il tabaccaio di Pavone Canavese, nel primo interrogatorio in Procura, dopo essere stato indagato per eccesso di legittima difesa per aver ucciso il ladro che stava tentando un furto nel bar tabaccheria che si trova sotto la sua abitazione, si era avvalso della facoltà di non rispondere.

Nei prossimi giorni, però, dovrà spiegare al procuratore di Ivrea Giuseppe Ferrando come si è svolto il fatto, poiché la ricostruzione che risulterebbe dall'autopsia sul corpo del moldavo ucciso durante il tentativo di furto non corrisponderebbe a quella da lui fornita, seppure non in via ufficiale, in base alal quale  sceso in cortile, svegliato dal rumore, avrebbe fatto fuoco con la sua pistola, una calibro 357, dopo una colluttazione con i ladri.

Invece, l’'autopsia del medico legale Roberto Testi dice che la ferita sul petto di Ion Stavila, il moldavo 24enne rimasto vittima del tentativo di furto, non è il foro di ingresso del proiettile, bensì quello di uscita. Non solo. La traiettoria di ingresso del proiettile indica che il colpo mortale è stato sparato dall'alto verso il basso.

Pertanto, seconda una più logica ricostruzione dell'accaduto, il tabaccaio avrebbe fatto fuoco sparando da uno dei terrazzi dell'abitazione colpendo il ladro alle spalle, forse mentre stava fuggendo.

A complicare ulteriormente la posizione di Franco Iachi Bonvin in relazione all'applicazione delle nuove norme sulla legittima difesa è che nel tentativo di furto della scorsa settimana il ladro è rimasto colpito al di fuori del bar in cui tentava di entrare oltre al fatto che questo è stato concesso a terzi e non è più gestito direttamente da lui.

In serata, i commercianti locali hanno organizzato una fiaccolata di solidarietà con il tabaccaio.

Questo è ciò che il ministro dell'Interno, senza attendere come si erano svolti i fatti, un paio di giorni fa aveva pubblicato sulla sua pagina Facebook per commentare la vicenda, aggiungendo: «Io sto col tabaccaio, e penso milioni di italiani con me! #ladifesaèsemprelegittima»...