Che tipo di pace cerchiamo?

Sto parlando di una pace vera.

Un tipo di pace che rende la vita sulla terra degna di essere vissuta.

Non solamente la pace nel nostro tempo, ma la pace in tutti i tempi.

I nostri problemi vengono creati dall’uomo,

perciò possono essere risolti dall’uomo.

Perché in ultima analisi,

il legame fondamentale che unisce tutti noi

è che abitiamo tutti su questo piccolo pianeta.

Respiriamo tutti la stessa aria.

Abbiamo tutti a cuore il futuro dei nostri figli.

E siamo tutti solo di passaggio.

JF Kennedy.

 

Il desiderio e la visione di un modo migliore le possediamo tutti, giacciono nel profondo di ogni essere umano sepolti da strati di illusioni che ci sottraggono alla realtà. Il nostro quotidiano si nutre di egoismo, miopia, illusioni prefabbricate accettate acriticamente e di una mancanza di un’autentica conoscenza di noi stessi. Abbiamo scelto di vivere una irrealtà fatta di desideri che non ci appartengono, modelli culturali prefabbricati, falso amore truccato da gentile egoismo; si esce la mattina pronti a recitare una parte che ci siamo costruita ad immagine di ciò che in realtà non fa parte di noi.

Abbiamo assorbito lentamente e inesorabilmente una irrealtà che si basa su di un cerimoniale falso ed ipocrita che ha contaminato tutto e tutti e che ci rende schiavi di un sistema di potere che ci trascina a condividere principi ingiusti ed esserne le vittime passive o, ancor peggio consenzienti.

Tale quadro desolante viene rappresentato dalle statistiche di opinione. Prendiamo ad esempio la condanna totale dell'intervento russo in Ucraina maturata nell'opinione pubblica omettendo informazioni importanti relative ad accordi e circostanze che hanno determinato gradualmente un conflitto sul suolo europeo che rischia di travolgerci tutti.  Per quale motivo si è arrivati a questo punto? L'apertura di Gorbaciov verso l'occidente e la conseguente fine del Patto di Varsavia sono stati considerati dagli Stati Uniti e dai suoi "alleati" un fallimento totale e, di conseguenza, una vittoria dell'occidente.  Quando l'Unione Sovietica ha mostrato la sua fragilità l'occidente ne ha subito approfittato. Il progetto di una "grande casa europea" dove la Russia poteva ricominciare una nuova vita insieme agli altri paesi europei è stata trasformata in una "grande tomba europea" mostrando che era in atto la realizzazione di un disegno egemonico da parte della più "grande democrazia  al mondo" e che di conseguenza la storia non ci aveva insegnato nulla, che la memoria era stata cancellata e l’esperienza non ha lasciato alcun segno: tutto è caduto nell’oblio lasciandoci privi di una coscienza civile collettiva sveglia e critica. La maggior parte dei lettori fanno proprie le opinioni di "penne conosciute" considerandole attendibili mentre trascurano di usare il loro senso critico nel valutare i contenuti di ciò che leggono, se lo facessero si accorgerebbero che mancano le ragioni della controparte, che sono stati omessi fatti e atti al fine dar credibilità ad un'opinione precofezionata. L'Unione Sovietica è stata sempre tenuta fuori dalla porta dell'Europa  occidentale in pieno accordo con il "Grande Padre" della democrazia. E' stato un paese trattato con diffidenza e sufficienza invece di aiutarlo a modernizzarsi e unirsi al resto dell'Europa.  Gli Stati Uniti non volevano la UE figuriamoci un allargamento che comprendesse la Russia. 

Gli Stati Uniti e i suoi alleati (Inghilterra, Francia e Germania) non hanno perso tempo, immediatamente hanno attivato un lento e inesorabile processo di isolamento e annettendo nella NATO gli ex paesi del blocco orientale accerchivano militarmente l'Unione Sovietica. 

Il modello imperiale dell’antica Roma non è tramontato si è solamente evoluto, modernizzato ma ha le stesse caratteristiche sostanziali: il dominio dei territori e dei popoli, la predazione delle risorse ad uso e consumo di un sistema economico che accresca a dismisura la ricchezza di pochi.

È dal dopoguerra che l’America sta imponendo la sua politica espansionistica, prima del secondo conflitto mondiale il suo esercito era al tredicesimo posto, dal 1945 è al primo posto e nel corso del tempo ne ha fatto un’industria fiorente che si nutre di sofferenze e ingiustizie alla faccia soprattutto del diritto internazionale e dei tribunali penali internazionali. 

JF Kennedy rappresenta una parentesi di speranza soffocata nel sangue. La famiglia Kennedy non esiste più, i membri che rappresentavano quella visione aperta ad un futuro diverso dalla logica imperialistica è finito travolto dalla violenza e da tragiche fatalità. 

Pochi sanno che lo sviluppo economico degli anni ’60 sono la diretta conseguenza, in primis, di una particolare decisione politica di JF Kennedy, dell’intelligenza creativa e soprattutto del coraggio di Enrico Mattei e, non ultimo, di un nuovo modello di imprenditoria etica realizzata da Adriano Olivetti. Questa combinazione ha determinato negli anni '60 la nostra fortuna costruita con il duro lavoro e le risorse di tutti gli italiani. Kennedy capì subito la nostra situazione  – il 70% della popolazione era analfabeta (contro il 4% della Germania e il 3% della Francia), la classe politica aveva una mentalità feudale e totalmente dipendente dalla politica espansionistica militare dell’America – per risolvere il problema del “comunismo“ in Italia occorreva solo migliorare le condizioni economiche della popolazione per questo motivo aiutò Enrico Mattei  ad ottenere contratti di fornitura di petrolio a prezzi più vantaggiosi da quelli imposti dalle “sette sorelle”; era necessario scegliere persone diverse da mettere alla guida dello Stato italiano e dopo aver scartato l’intera classe democristiana aveva fissato un incontro con Mattei per vagliarne la disponibilità e valutare un programma di governo più consono allo sviluppo di una giovane democrazia. Questo dimostra lo stato di prostrazione dell’Italia abbandonata nelle mani di una classe politico-economica corrotta e funzionale agli obiettivi della politica estera americana delle multinazionali che rappresentava un pericolo mortale sia per la più alta carica degli Stati Uniti del momento che per il processo di democratizzazione del nostro Paese: quei nemici comuni elimineranno Adriano Olivetti (27 febbraio 1960); Enrico Mattei (27 ottobre 1962) poco prima della data fissata per l’incontro con il Presidente americano e successivamente determinerà l’eliminazione sistematica di tutta la famiglia Kennedy con l’assassinio a Dallas di John (22 novembre 1962) e di suo fratello Robert (6 giugno 1968).

Oggi più che mai emerge la spaccatura tra i popoli provocata bell’apposta da questa logica di potere gestita da pochi che usa sacrificare gli innocenti per realizzare i propri interessi. E' questa logica che sta portando la morte e la distruzione alla soglia delle nostre case e una tragedia nella vita dei nostri vicini. L’Occidente ha contratto un debito morale nei confronti di quei popoli che ha sottomesso e martirizzato per affermare la logica del profitto. La nostra Costituzione democratica ci riconosce diritti che di fatto non possiamo esercitare, il nostro Parlamento è prono dinanzi le imposizioni esterne di governi salvifici che ci rendono ogni giorno più vulnerabili e poveri, in nome di esigenze generali indifferibili si toglie ai poveri e si salvaguarda i privilegi dei ricchi, partiranno per la guerra i figli dei poveri ma non i figli dei ricchi, sono stati messi i popoli uno contro l’altro per affermare un disegno egemonico che inesorabilmente si sta affermando. 

La logica del profitto truccata da falsa democrazia ha seminato per decenni le premesse di una lotta fratricida tra popoli appartenenti alla stessa cultura e storia, non ha unito ma diviso, non ha portato pace ma guerra, l’ultima di tante altre che hanno insanguinato le pagine della storia universale dell’umanità.

Non si possono fermare gli eserciti con la sola forza della speranza ma operare per la pace con la semplicità dei gesti quotidiani depurati volontariamente da ogni falsità ed egoismo, rivestendoli di un sano spirito di solidarietà e di comprensione verso il prossimo. In questi giorni appaiono foto con bambini che lasciano la loro casa e il loro padre con una valigetta e il loro giocattolo preferito o un micio o un cane: è tutto ciò che gli rimane insieme alla speranza che tutto finisca presto. Guardare una foto e versare qualche lacrima di commozione serve a poco, vi invito a fare un “esperimento spirituale”, lasciate per un momento la vostra realtà quotidiana e portate la vostra anima a sentire l’anima di quel bambino o di quella madre o di quel combattente e lasciate che i sentimenti dell’altro divengano i vostri sentimenti, se riuscirete ad infrangere la barriera che vi separa dall’altro allora capirete il profondo legame universale che ci unisce. È questa realtà che il potere con le sue ingiuste regole vuole distruggere: “Caino, dov’è tuo fratello?”  “Non sono il custode di mio fratello”. Noi non solo siamo i custodi di noi stessi ma anche di tutti coloro che incontriamo, l’altro è lo specchio in cui ci riflettiamo e, a nostra volta, siamo lo specchio per l’altro. 

Guardatevi da coloro che creano la povertà inducendovi a provare disprezzo per i poveri; coloro che praticano l’ingiustizia verso i deboli avvelenando i rapporti sociali – le prigioni sono piene di poveri mentre gli ingiusti hanno leggi che li proteggono da tale umiliante esperienza – distruggendo la solidarietà e la comprensione: per noi che siamo più fortunati degli altri la nostra trincea è la vita di tutti i giorni, è li che combattiamo per la nostra libertà individuale e collettiva.

Non dobbiamo farci fuorviare dalla giusta interpretazione dei fatti storici altrimenti gli errori del passato saranno replicati ma oggi potrebbero esserci fatali. Appartenere all’Occidente non significa essere migliori ed avere ragione: il consumo su vasta scala di stupefacenti e alcool ne sono la dimostrazione; il livello di corruzione come sistema per mantenere il potere ha distrutto tutti valori che sono alla base di un futuro dignitoso per tutti.

Per il “bisonte americano” con le sue tre “mosche cocchiere” europee la guerra fredda non finirà mai altrimenti oggi non saremmo sull’orlo di un conflitto dagli esiti a dir poco incerti. La grave responsabilità delle mosche cocchiere è stata e rimane quella di aver permesso ad un esercito straniero di occupazione presente in Europa dalla fine del secondo conflitto mondiale di radicarsi definitivamente sul territorio ed espandere la sua ingerenza militare in quasi tutti i paesi limitrofi i confini dell’Unione Sovietica contravvenendo al patto di neutralità concluso nei primi anni ’90.  Sin dalla caduta del blocco orientale l’America ha tradito l’atto di fiducia che la Russia gli aveva accordato infatti annettendo gradualmente e sistematicamente tutti gli stati dell’ex Patto di Varsavia e allestendo una rete di impianti missilistici con testate nucleari puntate verso quel Paese ha creato le premesse per un conflitto mondiale. Se la Russia avesse fatto l’equivalente lungo i confini degli Stati Uniti questi non avrebbero aspettato neanche un giorno per reagire a una tale plateale provocazione. Per esperienza diretta come cittadina di un paese assoggettato ad una potenza straniera - terrorismo di stato, loggia P2, tentati golpe, ecc. - sono convinta che gli stati che hanno aderito al Patto Atlantico pensano di essere liberi invece hanno solo cambiato padrone e che questo è uguale se non peggio dell’altro che hanno lasciato.  Zelenskyy non ha ancora afferrato il concetto che, al di là delle sue sacrosante ragioni, Il bisonte con le sue mosche cocchiere lo hanno fatto diventare una pedina del loro “grande gioco”: è l’amaro destino di tutti gli stati satellite che suscitano l’interesse delle multinazionali statunitensi (e non solo) per motivi strategici o economici o, ancor peggio, entrambi. 

L’America non è stata mai amica della Russia e non intende esserlo, vi consiglio di leggere due libri scritti da una giornalista americana e da un ex “sicario dell’economia” anch’egli americano: UN MONDO DI LADRI di Claire Sterling pubblicato nel 1994; CONFESSIONI DI UN SICARIO DELL’ECONOMIA di John Perkins pubblicato nel 2004 e se volete approfondire meglio dello stesso autore potete leggere LA STORIA SEGRETA DELL’IMPERO AMERICANO pubblicato nel 2007. È ormai un dato di fatto che un branco di lupi sta pascendo il gregge dell’umanità, tosandolo e macellandolo alla bisogna.  Questi predatori non intervengono direttamente, il lavoro sporco lo lasciano fare ai loro servi garantendoloro l’impunità.  Al di là del metodo sicuramente discutibile e non condivisibile almeno Putin ci ha messo la faccia a differenza di coloro che la nascondono dietro proclami e ipocrisia.