A luglio si registra un'inflazione negativa per il terzo mese consecutivo (non era così da giugno 2016). Questo andamento continua a essere la sintesi di dinamiche opposte (forti flessioni, seppur meno ampie rispetto a giugno, dei prezzi degli energetici e crescita, più debole rispetto al mese precedente, di quelli degli alimentari). Il contestuale ulteriore rallentamento dei prezzi dei servizi (causato per lo più da quelli relativi a trasporti e da quelli ricreativi, culturali e per la cura della persona), frena l'inflazione di fondo che perde tre decimi di punto, sia al netto degli energetici e degli alimentari freschi, sia al netto dei soli energetici.

Così l'Istat ha commentato la stima  dei prezzi al consumo per luglio 2020, il cui dato congiunturale, al lordo dei tabacchi, registra, rispetto a giugno, una diminuzione del -0,2% su base mensile. 

L'inflazione negativa continua a essere dovuta all'andamento dei prezzi dei Beni  energetici, che registrano però una flessione meno marcata (da -12,1% a -10,3%), sia nella componente regolamentata (da -14,1% a -13,6%) sia in quella non regolamentata (da -11,2% a -9,0%). 
L'ampliamento della flessione si deve sia al rallentamento dei prezzi dei Beni alimentari (da +2,3% a +1,3%), causato da entrambe le componenti (gli Alimentari non lavorati, da +4,1% a +2,5%, gli Alimentari lavorati da +1,2% a +0,6%), sia all'ampliarsi della flessione dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da -0,1% a -0,9%).

L'inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici decelerano quindi rispettivamente da +0,7% a +0,4% e da +0,9% a +0,6%.


Peggiore è però il dato tendenziale, con l'inflazione che, rispetto a luglio 2019, diminuisce del -0,4% dal -0,2% del mese precedente, mentre la stima preliminare era -0,3%.

Di conseguenza, l'inflazione acquisita per il 2020 è pari al -0,1% per l'indice generale e +0,7% per la componente di fondo.

Nei 12 mesi rallentano i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +2,1% a +1,2%), mentre per quelli dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto si osserva un'inversione di tendenza da +0,1% a -0,1%.