«Marcello De Vito è fuori dal MoVimento 5 Stelle. Mi assumo io la responsabilità di questa decisione, come capo politico, e l’ho già comunicata ai probiviri.

Quanto emerge in queste ore oltre ad essere grave è vergognoso, moralmente basso e rappresenta un insulto a ognuno di noi, a ogni portavoce del MoVimento nelle istituzioni, ad ogni attivista che si fa il mazzo ogni giorno per questo progetto.

Non è una questione di garantismo o giustizialismo, è una questione di responsabilità politica e morale: è evidente che anche solo essere arrivati a questo, essersi presumibilmente avvicinati a certe dinamiche, per un eletto del MoVimento, è inaccettabile. De Vito non lo caccio io, lo caccia la nostra anima, lo cacciano i nostri principi morali, i nostri anticorpi.

Ciò che ha sempre distinto il MoVimento dagli altri partiti è la reazione di fronte a casi del genere. De Vito potrà e dovrà infatti difendersi in ogni sede, nelle forme previste dalla legge, ma lo farà lontano dal MoVimento 5 Stelle.

Ringrazio la magistratura e le forze di polizia per il lavoro che hanno svolto e che continueranno a svolgere quotidianamente.

Ricordo infine che proprio grazie a un provvedimento del MoVimento 5 Stelle, lo Spazzacorrotti, chi viene condannato per questi reati oggi va dritto in galera!»


La dichiarazione di Luigi Di Maio fa seguito all'arresto del 5 Stelle Marcello De Vito, presidente dell'assemblea capitolina, che questa mattina, insieme ad altre tre persone, è stato fermato dai carabinieri per corruzione in relazione all'inchiesta della Procura sul nuovo stadio della Roma. I reati ipotizzati per le persone fermate sono di corruzione e traffico di influenze illecite.

L'indagine non riguarderebbe solo il nuovo stadio della Roma, ma anche la costruzione di un albergo presso la ex stazione ferroviaria di Roma Trastevere e la riqualificazione dell'area degli ex Mercati generali di Roma Ostiense.

Secondo l'inchiesta, alcuni imprenditori, con il tramite di un avvocato e di un uomo d'affari, avrebbero contattato De Vito per ottenere dal Campidoglio provvedimenti a loro favorevoli per la realizzazione di progetti immobiliari.


Anche la sindaca Virginia Raggi ha commentato l'accaduto: «Nessuno sconto. A Roma non c'è spazio per la corruzione. Chi ha sbagliato non avrà alcuno sconto da parte di questa amministrazione.

La notizia dell'arresto di Marcello De Vito è gravissima: ho piena fiducia nella magistratura e nel lavoro dei giudici. Una cosa è certa: nessuna indulgenza per chi sbaglia. Ho dichiarato guerra alla corruzione e respinto i tentativi di chi vuole fermare l'azione di pulizia che portiamo avanti.

Qui non c'è spazio per ambiguità. Non c'è spazio per chi immagina di poter tornare al passato e contaminare il nostro lavoro. Avanti fino in fondo, senza se e senza ma, per la legalità.»


Senza attendere di sapere se la magistratura abbia agito correttamente o meno nei confronti del loro "attivista", i 5 Stelle hanno già ritenuto De Vito colpevole, in seguito all'arresto.

Il "nemico giurato" del Movimento, Matteo Renzi, ne ha subito approfittato, ma non per ricordare ai 5 Stelle che la loro diversità rispetto agli altri partiti è solo presunta, ma per far loro una lezione di "garantismo".

«Le persone serie sono garantiste, sempre. Non diventano giustizialiste con gli avversari, non regalano immunità agli alleati, non scoprono il garantismo solo per gli amici.

Le persone serie scelgono in libertà senza nascondersi dietro al sacro blog o alla piattaforma. Le persone serie sanno che la giustizia è una cosa seria. E che fanno testo solo le sentenze dei tribunali, non il fango sul web.

Questo è lo stile delle persone serie. Gli altri invece hanno un altro nome: si chiamano ipocriti.»