Strage di Erba: Rosa Bazzi e Olindo Romano: un nuovo caso Tortora?
La trasmissione Le Iene del 2 aprile 2023 c'è andata giù pesante.
Dopo una inchiesta evidentemente durata anni, Antonino Monteleone e Francesco Priano hanno analizzato ed evidenziato elementi al tempo ignorati ed altri conosciuti in seguito, che dimostrerebbero con altissima probabilità (se non quasi certezza) che i due coniugi condannati all’ ergastolo con sentenza definitiva per la “strage di Erba” in realtà con la strage non c’entrino niente.
E’ emerso che sconosciuti furono visti allontanarsi concitatamente dal luogo del delitto e alla stessa ora, fatto che aggiunto al ritrovamento nella casa della strage di tracce non riconducibili, alle vittime, a Rosa e Lindo e nemmeno a chi accorse immediatamente dopo, avrebbe dovuto indurre quantomeno al sospetto che estranei fossero presenti al momento dei delitti.
È emerso che le “confessioni” di Rosa e Olindo furo rese come autoaccuse dei due, l’uno per salvare l’altra e viceversa, che furono indotte con la promessa di sconti di pena e possibili ricongiungimenti, che le relative registrazioni in realtà furono filmati “organizzati” da tal Picozzi su richiesta della difesa per provare l’infermità mentale dei due, e che invece furono utilizzate come atto di accusa.
È emerso che la descrizione dell’accusatore (oggi defunto) Castagna, resa in un primo momento descriveva un individuo dalle caratteristiche completamente diverse da quelle di Olindo, e tali da poter accreditare la figura di una persona di carnagione “olivastra”, e che solo in un secondo momento la versione si focalizzò su Olindo Romano, su “imbeccata” del Maresciallo dei Carabinieri che si occupava delle indagini, circostanza poi smentita in aula dal militare, nonostante la cosa risultasse chiara dalle registrazioni.
Quanto accertato dai giornalisti e comunicato in trasmissione, continua con una seria impressionante di manchevolezze, contraddizioni, incongruità che hanno poi portato giudici e giurie a condannare i coniugi, con tutta probabilità estranei ai fatti, sprovveduti, e animati dall’unico desiderio di rimanere uniti.
La ferocia della strage, mal si concilia con la pacifica figura dei due, ma calza perfettamente con la conseguenza di una guerra tra bande di spacciatori (spacciatore era il ben noto Azuz Marzuc) pista questa completamente ignorata fino ad oggi.
Se in questo paese esiste ancora una giustizia, il processo andrebbe riaperto, nella speranza di un sussulto di dignità da parte della magistratura.