La scoperta di alcune tombe villanoviane testimonia l'esistenza di un insedimento preistorico probabilmente abbandonato dopo l'VIII secolo a.C. e pare che si debba escludere un origine etrusca dell'antica Florentia, che sorse invece come fondazione romana nel I secolo a.C.

Durante il regno dei Longobardi ebbe scarsa importanza, ma sotto Carlo Magno venne eretta a contea e fu uno dei centri della rinascita carolingia. In questa ottica di rinascita, e forse a causa della paura verso le invasioni degli ungari, vennero rinforzate le mura ed allargate fino ad arrivare a toccare l'Arno, includendo un lembo triangolare di terreno ormai stabilmente edificato, segno quindi anche di una ripresa della crescita demografica.

Intorno alla metà dell'undicesimo secolo la posizione di Firenze in Toscana divennne ancora più importante perché Lucca non era più la sede del marchesato e perché Firenze partecipò attivamente e in modo decisivo al movimento per la riforma della chiesa. La lotta per eliminare l'interferenza secolare negli affari ecclesiastici e l'affermazione dell'indipendenza del papato dall'influenza imperiale aveva come rappresentante principale San Giovanni Gualberto, figlio di un cavaliere fiorentino, che fondò l'ordine di Vallombrosa.

Firenze ospitò persino un Concilio nel 1055, sotto il Papa Vittorio II, con la presenza dell'Imperatore Enrico III e la partecipazione di 120 Vescovi. Molte vecchie strutture sono state ricostruite durante la seconda metà dell'undicesimo secolo, tra questi la cattedrale di Santa Reparata, il Battistero e San Lorenzo. Il 6 novembre 1059, il Vescovo Gerardo, che divenne Papa con lo pseudonimo di Nicola II, reconsacrà l'antica chiesa battesimale della città che era stata ricostruita nell'odierna forma imponente. La costruzione, ottagonale nel piano, con un asse semicircolare su un lato e tre entrate, sembra essere coperta da una cupola ad arco puntato, divisa in otto settori e la parte esterna che non era ancora stata revestita del fine marmo.

Quando la Contessa Matilda morì nel 1115, il popolo fiorentino aveva già costituito, a tutti gli effetti un Comune. I numerosi privilegi da lei concessi e gli eventi nei quali la Comunità fiorentina aveva svolto un ruolo principale nella lotta contro l'imperatore, avevano indotto la gente ad organizzarsi autonomamente e intraprendere l'azione puntando ad indebolire il potere imperiale. Fu quindi inevitabile che nel 1125, alla morte dell'ultimo imperatore della dinastia franconiana, Enrico V, i Fiorentini decisero di attacare e distruggere Fiesole, la vicina città rivale. Alla fine le due contee furono unite e rimaste entità separate soltanto a livello ecclesiastico, con Fiesole che ha mantenuto la sua diocesi.

La prima menzione di un Comune ufficialmente costituito data 1138, quando ad una riunione delle città toscane fu deciso di costituire una lega, per timore che Enrico il fiero, che li aveva precedentemente oppressi, fosse eletto Imperatore. A quel tempo la Comunità aveva dei rappresentanti religiosi e secolari, con tre gruppi sociali dominanti: i nobili, raggruppati in consorterie, i commercianti ed i soldati a cavallo, la base dell'esercito. Anche se i nobili detenevano la maggior parte del potere, nel dodicesimo secolo, furono i commercianti i principali autori dello sviluppo della città. L'esteso commercio ed l'inseparabile compagno, il credito, furono la base dell'espansione economica e demografica della città.

Questo processo di espansione subì uno stop provvisorio quando Federico Barbarossa avanzò verso il sud dell'Italia. Nel 1185 l'imperatore privò la città del contado e ristabilì il marchesato della Toscana, ma la misura ebbe vita breve. Nel 1197, approfittando della morte del successore del Barbarossa, Enrico VI, riguadagnò il controllo di Firenze.

Nel 1378 la tensione in città produsse altri scontri sociali con la rivolta dei Ciompi. Fu poi la volta della famiglia Medici che pr più di tre secoli ebbe un legame strettissimo con la città: la condizionò e ne fu condizionata. Potere privato e potere pubblico si confondono, dapprima nelle astute mani di Cosimo il Vecchio, pater patriae, e poi in quelle di Lorenzo il Magnifico. Attivi mercanti e banchieri, i Medici ebbero uno stretto legame con la Chiesa e con le più illustri case regnanti d’Europa, tanto da raggiungere il Papato (con Leone X e Clemente VII) ed il trono di Francia (con Caterina, moglie di Enrico II e Maria, sposa ad Enrico IV). Mecenati dell’arte, favorirono il Rinascimento; propugnatori della cultura e della scienza, fecero di Firenze la capitale di uno stato ricco, potente e rispettato.

Dal 1737 al 1859 Firenze fu la capitale degli Asburgo-Lorena e dal 1865 al 1871 fu la capitale del Regno d'Italia.

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