Il Parlamento polacco ha approvato la scorsa settimana una legge che punisce con il carcere fino a tre anni di reclusione chiunque associ i crimini della Germania nazista alla nazione polacca. La legge, tra l'altro, proibisce anche l'uso del termine "campo di sterminio polacco" per descrivere i campi di concentramento in cui gli ebrei e non solo loro vennero assassinati nella Polonia occupata dall'esercito del Terzo Reich.

Perché venga approvata definitivamente, la nuova legge deve essere firmata dal presidente della Repubblica. E proprio Andrzej Duda, questo martedì, ha annunciato che la firmerà, aggiungendo però che successivamente la invierà alla Consulta polacca per ulteriori approfondimenti.

In pratica, non potendo smentire l'operato del Governo anche perché da lui condiviso in precedenti dichiarazioni, Duda ha "rinviato la palla in tribuna" per prendere tempo e far smorzare le polemiche - soprattutto a livello internazionale - senza ricorrere ad una marcia indietro che avrebbe fatto esplodere la rabbia dei nazionalisti locali che già lunedì avevano manifestato contro di lui invitandolo a firmare e a togliersi la "kippah"!

Mentre il tribunale costituzionale polacco dovrà decidere se i contenuti della legge possano essere in contrasto o meno con la libertà di espressione, la Polonia ha comunqe iniziato a cercare di convincere gli altri paesi che la nuova legge è giustificata, partendo da Israele con il governo che ha persino acquistato pubblicità su alcuni siti israeliani per spiegarne il contenuto in inglese.

Lunedì, il governo polacco ha però anche annullato la visita a Varsavia, programmata da tempo, di Naftali Bennett, perché il ministro israeliano dell'Istruzione ha dichiarato che "il popolo polacco ha avuto un ruolo comprovato nell'assassinio degli ebrei durante l'Olocausto".

Il presidente Duda ha invece ribadito che sebbene "la barbara ideologia nazista della Germania mirasse a un completo annientamento della nazione ebraica, molti tendono a ignorare che ciò ha anche portato alla schiavitù, all'espulsione e infine allo sterminio degli stessi polacchi come anche di altri Popoli slavi."