Politica

Il quasi certamente inutile viaggio in Libia di Giorgia Meloni


"La firma di importanti accordi con la Libia da parte del presidente Giorgia Meloni è un atto concreto per la sicurezza energetica dell’Italia. Il governo sta attuando una fondamentale azione politica e diplomatica che vede il ritorno dell’Italia protagonista nel Mediterraneo, dopo anni di smobilitazione e di evidente sottovalutazione delle caratteristiche geopolitiche di questa area cruciale.
Gli accordi di Tripoli, come quelli dei giorni scorsi ad Algeri - continua Procaccini - non sono interventi isolati ma legati da una fitta rete di rapporti diplomatici che il governo sta tessendo. Le intese con la Libia rientrano in un più ampia programmazione per consentire all’Italia la diversificazione, sicurezza e sostenibilità delle fonti energetiche e per fare dell’Italia il più importante hub di approvvigionamento energetico per l’intera Europa.   Sottolineo, inoltre, come questa programmazione avvenga coinvolgendo appieno i Paesi interessati, contribuendo al loro sviluppo economico, e si configuri come un’azione strategica per la sicurezza energetica dell’intero Mediterraneo"Così lo scudiero in Europa di Giorgia Meloni, l'europarlamentare Nicola Procaccini, ha entusiasticamente commentato il risultato della visita in Libia della premier Meloni.

Il Presidente del Consiglio Meloni e i Ministri Tajani e Piantedosi, come riassume una nota del Governo, sabato sono stati a Tripoli per una missione nel Paese Nordafricano. In occasione della visita, il Presidente ha incontrato il Primo Ministro del Governo di Unità Nazionale libico, Abdel Hamid al-Dabaib, con cui ha rilasciato dichiarazioni alla stampa, e il Presidente del Consiglio Presidenziale dello Stato di Libia, Mohammed Yunis Ahmed Al-Menfi.

Così la Meloni ha riassunto i contenuti della visita in conferenza stampa:

"Ringrazio il Primo Ministro al-Dabaiba e i Ministri del Governo di Unità Nazionale libico per questa straordinaria accoglienza in questa importante giornata. Questa visita a Tripoli, non a caso è una delle mie prime visite istituzionali nell'area mediterranea, dimostra che la Libia è una priorità per l'Italia, è una priorità per la stabilità del Mediterraneo, è una priorità per la sicurezza italiana, è una priorità anche per alcune delle grandi sfide che l'Europa affronta in questo tempo, come la crisi energetica. Con il Primo Ministro e con la delegazione abbiamo parlato della situazione libica, abbiamo ribadito la piena disponibilità italiana a favorire il legittimo percorso, giusto, richiesto per una celebrazione di elezioni e per una stabilizzazione del quadro libico.La stabilizzazione del quadro politico e di sicurezza è indispensabile per consentire al nostro partenariato bilaterale di raggiungere un potenziale che è ancora molto più alto del partenariato, pure molto importante, che già abbiamo. Noi siamo legati da secoli di storia comune, siamo legati da una cooperazione bilaterale che può essere ampliata e approfondita in numerosi settori.Apprezziamo l’impegno confermato dal Governo di Unità Nazionale a indire le elezioni presidenziali e parlamentari il prima possibile. Auspichiamo che questo impegno possa tradursi rapidamente in programmi e azioni concrete, con la mediazione delle Nazioni Unite.Nel pieno rispetto della sovranità libica, riteniamo che un ampio compromesso politico nazionale possa aiutare a sbloccare l’attuale situazione di stallo. Un accordo dovrebbe affrontare i principali nodi aperti, vale a dire base costituzionale, distribuzione delle risorse e l’assetto istituzionale che porterà il Paese alle elezioni.L’Italia è impegnata a fare la sua parte, continuerà a lavorare per assicurare soprattutto una maggiore unità di intenti della Comunità internazionale sul dossier libico, per evitare il rischio che alcune influenze esterne lavorino per destabilizzare il quadro piuttosto che per favorirlo.La Libia è per noi anche un partner economico assolutamente strategico. Notiamo, e abbiamo entrambi ricordato, come le nostre relazioni commerciali abbiano continuato a consolidarsi, lo testimonia l'aumento del volume di scambi del 180% nel 2021 rispetto all’anno precedente, e questo trend positivo sta continuando anche nel 2022. L'Italia rimane per la Libia il primo partener e il primo cliente.Questo significa che la Libia è un mercato strategico per le nostre aziende. Vale per l’energia – ne parlerò tra poco-, vale per esempio anche nel campo delle infrastrutture dove molte sono le iniziative e i dossier che noi abbiamo aperti. Il Primo Ministro ricordava il Trattato di amicizia del 2008, il cui elemento più significativo in tema di sviluppo della Libia era la vicenda dell’autostrada. Noi vogliamo portare avanti gli impegni che ci siamo presi, è molto importante e ne abbiamo parlato: iniziare il prima possibile i lavori sull'aeroporto internazionale di Tripoli, perché chiaramente avere standard di sicurezza adeguati significa anche riprendere il prima possibile i voli diretti tra Libia e Italia. È una condizione fondamentale per legare i nostri Paesi e quindi abbiamo discusso di come superare le empasse che possono esserci state in passato per ricominciare a lavorare sulla nostra cooperazione a 360 gradi.Per l’Italia rimane fondamentale la cooperazione in tema di contrasto ai flussi della migrazione irregolare. Questo è per noi un dossier assolutamente centrale. Nonostante gli sforzi anche delle autorità libiche, nonostante i nostri sforzi, i numeri della migrazione irregolare dalla Libia verso l'Italia rimangono ancora alti. Si tratta in buona sostanza, per quello che riguarda gli ingressi irregolari in Italia, di oltre il 50% di persone che vengono dalla Libia. Crediamo che si debbano intensificare gli sforzi in materia di contrasto al traffico e alla tratta di essere umani, chiaramente assicurando un trattamento umano alle persone che sono interessate. Noi restiamo determinati nel confermare il nostro impegno costante a supporto delle autorità libiche nella gestione dei flussi e nell'assistenza alle comunità locali – abbiamo, tra l'altro, le nostre iniziative in tema di fondo migrazioni -, ma crediamo che su questo si debba e si possa fare di più. Noi siamo pronti a fare la nostra parte.Abbiamo parlato e stiamo discutendo di come potenziare gli strumenti per combattere i flussi illegali, e non è un tema che riguarda solamente l'Italia e la Libia, è un tema che deve riguardare l'Unione europea nel suo complesso e la cooperazione europea verso il Nord Africa, perché il modo più strutturale per affrontare il tema delle migrazioni è consentire alle persone di crescere e di prosperare nelle loro Nazioni e questo si fa aiutando quelle Nazioni a crescere a prosperare. Questo è uno dei temi che il prossimo Consiglio europeo affronterà: difesa della dimensione esterna; cooperazione in particolare con le Nazioni del Nord Africa, con le nazioni africane; priorità della rotta del Mediterraneo centrale come richiesto dall'Italia.Il contributo dell’Italia alla stabilizzazione della Libia deve portare ad un impatto positivo sul tema dei flussi migratori e del contrasto alle migrazioni irregolari. Noi oggi, in questa importante giornata, abbiamo adottato un’intesa firmata dai nostri rispettivi Ministri degli Esteri, che ringrazio, con l’obiettivo di potenziare le capacità e la cooperazione con l’autorità libica in relazione alla Guardia costiera. C’è qui presente anche il Ministro Piantedosi. Dobbiamo ringraziare anche lui e l’omologo Ministro degli Interni libico per questa iniziativa importante.L'altra questione fondamentale è quella che riguarda la cooperazione, che è antica e solida tra Italia e Libia, nel campo dell'energia. L’energia rappresenta uno dei contributi più significativi che si possono dare alla stabilizzazione e alla crescita della Libia. Eni è presente in Libia dal 1959 - ringrazio Claudio Descalzi per essere qui oggi – , ha di fatto contributo a una parte importante della storia libica di questi anni, dello sviluppo economico della Libia. Oggi, grazie al gasdotto Green Stream, condividiamo anche uno strumento fondamentale per favorire il processo di diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico e la firma oggi dell'intesa tra Eni e Noc è un passaggio molto importante, storico nella lunga e proficua collaborazione tra Italia e Libia. L'intesa rilancia una serie di iniziative per diversificare le fonti energetiche, per lavorare sulla sostenibilità delle fonti energetiche. È un'iniziativa fatta soprattutto per garantire energia ai cittadini libici e per garantire maggiori flussi verso l'Europa in un progetto che l'Italia sta con forza portando avanti, che ormai la stampa italiana conosce e si comincia a conoscere anche fuori dai confini nazionali: fare dell'Italia un Hub di approvvigionamento energetico per l'intera Europa e quindi aiutare l'Europa nelle forniture energetiche in un momento di difficoltà e dare maggiore strategicità al ruolo della nostra Nazione.La Libia in questo quadro è un partner fondamentale, quindi immagino che questa sia la prima di molte altre iniziative. La Libia sa che può contare sull’Italia sul piano della stabilizzazione politica, del processo verso elezioni in tempi rapidi, sul piano del sostegno all'economia, sul piano delle infrastrutture, sul piano degli investimenti, sul piano di una cooperazione a 360 gradi tra due Nazioni che sono amiche da tempo e che insieme devono risolvere problemi importanti, con una capacità di essere concreti sulla quale possiamo sicuramente dimostrare e fare molto in futuro".

In concreto, la Meloni ha benedetto un accordo da 8 miliardi di dollari per aumentare la produzione di gas a favore del mercato interno libico e garantirne l'esportazione in Europa, tra l'Eni e la libica National Oil Corporation (NOC). L'accordo avrà una durata di 25 anni e avrà una capacità produttiva fino ad oltre 22 milioni di metri cubi di di gas al giorno, secondo quanto dichiarato dal presidente della NOC Farhat Bengdara.

In cambio, il Governo italiano donerà ai trafficanti libici, mascherati sotto l'etichetta di Guardia Costiera, cinque imbarcazioni "attrezzate nel campo della ricerca e soccorso di migranti in difficoltà in mare".

Tuttavia, gli accordi raggiunti a Tripoli potrebbero essere tali solo sulla carta a causa della conflittuale situazione in Libia anche a livello politico, come ha dichiarato il ministro del Petrolio di Dbeibah, Mohamed Oun, che ha respinto qualsiasi accordo che NOC potrebbe concludere con l'Italia, affermando in un video ufficiale che tali accordi dovrebbero essere stipulati dal suo ministero.

Il capo del NOC Bengdara è stato nominato lo scorso anno da Dbeibah, il cui governo ad interim è stato insediato nel 2021 attraverso un processo sostenuto dalle Nazioni Unite. Il parlamento orientale e le fazioni che lo sostenevano hanno però affermato all'inizio dello scorso anno che il governo non era più legittimo, respingendo sia la nomina di Bengdara che gli accordi che Tripoli ha finora stretto con Stati stranieri.

E in Italia c'è chi parla di accordo storico!

Autore Rino Mauri
Categoria Politica
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