Un'opera destinata a rimanere quale testimonianza di un cinema che si fa militante
30 Maggio 2016 - ore 20:45 - FilmInsieme
"TaxiTeheran" di Jafar Panahi (2015)
Un taxi attraversa le strade di Teheran in un giorno qualsiasi.
Passeggeri di diversa estrazione sociale salgono e scendono dalla vettura.
Alla guida non c'è un conducente qualsiasi ma Jafar Panahi stesso impegnato a girare un altro film 'proibito'.
Panahi è stato condannato dalla 'giustizia' iraniana a 20 anni di proibizione di girare film, scrivere sceneggiature
e rilasciare interviste, pena la detenzione per sei anni.
Ma non c'è sentenza che possa impedire ad un artista di essere se stesso ed ecco allora che il regista ha deciso
di continuare a sfidare il divieto e ancora una volta ci propone un'opera destinata a rimanere quale testimonianza
di un cinema che si fa militante proprio perché non fa proclami ma mostra la quotidianità del vivere in un Paese in
cui le contraddizioni si fanno sempre più stridenti.
I passeggeri che salgono sul taxi esprimono posizioni differenti nei confronti della società in cui vivono.
Si va da chi vorrebbe applicare pene capitali 'esemplari' a chi invece difende giovani donne 'colpevoli' di essersi
fatte trovare non dentro ma solo nei pressi di uno stadio (il cui accesso è consentito unicamente agli uomini).
Ma ci sono anche anziane signore con pesci rossi al seguito o bambine intellettualmente vivaci. Ad un certo punto l'auto carica un ferito
accompagnato dalla giovane moglie. L'uomo, sentendosi vicino alla morte, vuole fare testamento per impedire che alla consorte venga sottratta
la casa in cui vivono.
La telecamera incorporata in un telefonino ne riprende quelle che dovrebbero essere le ultime volontà. In questo gesto si può cogliere un
valore simbolico: grazie alle più recenti tecnologie è sempre più difficile per i regimi impedire agli individui di fare testimonianza di quanto accade.
Jafar Panahi è uno di loro e con quella leggerezza che nasce solo da una lettura profonda della società ci racconta la realtà che lo circonda facendo
uso della finzione (i passeggeri sono attori che a loro volta rischiano nel partecipare al film che infatti è privo di credits).
Ma raramente la finzione è stata così 'vera' al cinema.