Martedì 21 agosto, pochi minuti prima delle nove di sera, un terremoto ha sconvolto l'isola di Ischia. L'epicentro del sisma è stato registrato in mare, a nord rispetto all'isola. Inizialmente, l'intensità del sisma è stata classificata in 3.6 sulla scala Richter. Le successive elaborazioni dei dati hanno stabilito, qualche ora dopo, che il valore dell'intensità era più alto, pari a 4, mentre la profondità dell'evento è stata registrata a 5 km.

Sull'isola è stato il panico tra residenti e, soprattutto, turisti. Entrambi si sono riversati su strade e piazze, abbandonando hotel e abitazioni. Una reazione comprensibile e giustificata.

In un contesto di normalità, la descrizione di quanto accaduto ad Ischia avrebbe dovuto terminare qua. Invece, così non è stato. Passata la paura, si è iniziato a verificare che nell'isola non ci fossero stati danni. E purtroppo si è constatato che i danni ci sono stati e non solo quelli. Oltre a edifici gravemente lesionati e parzialmente crollati, vi è stato il crollo di una casa dove sono decedute due persone ed altre sono rimaste intrappolate sotto le macerie. Le operazioni di soccorso dei vigili del fuoco che si sono protratte nella notte e sono continuate nelle ore successive, hanno consentito di salvare dei bambini rimasti intrappolati sotto le macerie.

Si sono registrati anche una trentina di feriti, diverse centinaia di sfollati e la fuga precipitosa dei turisti che già nella notte hanno abbandonato Ischia.


L'isola non è stata certo distrutta, ma non è normale che possano essersi verificati questi danni. Nella mappa di scuotimento pubblicata dal Centro Nazionale Terremoti, in base all'intensità registrata dagli strumenti, il terremoto non avrebbe dovuto causare danni oppure, nel caso vi fossero stati, al massimo avrebbero dovuto essere molto lievi. Invece, così non è stato.

Misurato in base alla scala Mercalli, che valuta le conseguenze di un terremoto, in un area del comune di Casamicciola i danni registrati sono stati pari al 6°-7° grado. Un'assurdità, già denunciata dalle prime dichiarazioni da Francesco Peduto, presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi.


L'isola di Ischia, in base a quanto avvenuto ieri, è l'esempio più lampante che l'abusivismo edilizio, anche se viene descritto e giustificato da molti come un fatto di necessità causato dalla cattiva gestione della cosa pubblica da parte delle amministrazioni locali, è di per sé non solo un problema di gestione urbanistica, ma anche un grave problema di sicurezza.

Ad Ischia, nel 2006, per una frana causata da forti piogge, una casa è stata spazzata via e le quattro persone che vi abitavano sono morte. Nel 2009 una nuova frana interessa il comune di Casamicciola, causando la morte di una ragazza ed il ferimento di una ventina di persone. Nel 2015, nuova frana e nuovo decesso.

Quali sono le valutazioni che anche un non esperto, dotato perlomeno di un minimo senso di logica, può trarre da questo breve elenco di calamità? L'isola di Ischia, come gran parte dell'Italia, ha una conformazione del territorio che definire fragile e potenzialmente pericolosa è un esempio classico di gentile eufemismo.

Pertanto, è impossibile viverci? No, ma per farlo è necessaria attenzione e cautela. Quindi, è necessario consentire la costruzione degli edifici solo in alcune aree, dopo averne verificate le caratteristiche geologiche sotto tutti i punti di vista e farlo seguendo dei criteri di sicurezza minimi, dalla qualità dei materiali alle tecniche antisismiche.

Invece, la speculazione edilizia dovuta al turismo ha fatto sì che ad Ischia si costruisse anche dove era consigliabile non farlo e si costruisse senza seguire dei criteri minimi di sicurezza.

Per questo, poi, si devono registrare danni, crolli e decessi per un banale terremoto di magnitudo 4 della scala Richter. È normale tutto questo?