Unicef e Banca Mondiale: sono 385 milioni i bambini che vivono in condizioni di estrema povertà
La Banca Mondiale ha pubblicato lo studio Poverty and Shared Prosperity 2016: Taking on Inequality. Nai dati prodotti, si evidenzia che, nel 2013, 767 milioni di persone vivevano, in tutto il mondo, con meno di 1,90 dollari al giorno. Tra queste persone, la metà aveva meno di 18 anni.
La ricerca è stata condotta su 89 paesi che rappresentano l’83% della popolazione dei paesi in via di sviluppo. La popolazione che sta peggio è quella nell'Africa Sub Sahariana che ha i tassi più alti di bambini che vivono in povertà estrema che si attesta ad appena sotto il 50%. Segue l’Asia Meridionale con circa il 36% di bambini poveri. Di questi, oltre il 30% vive soltanto in India. E più di 4 bambini su 5 di coloro che sono in una situazione di povertà estrema vivono in aree rurali.
Di che cosa hanno bisogno queste persone? Di servizi come l'assistenza prenatale per le donne in gravidanza, di programmi per lo sviluppo della prima infanzia, di scuole di qualità, di acqua pulita, di servizi igienico sanitari, di cure mediche. Questo è quanto ha dichiarato Ana Revenga, Senior Director, Poverty and Equity del World Bank Group.
Che cosa si deve fare per fornire questi servizi? L’UNICEF e la Banca Mondiale hanno la loro ricetta e chiedono ai Governi un programma di interventi riassunto nei seguenti punti:
misurare con costanza i livelli di povertà infantile a livello nazionale e regionale e porre l’attenzione sui bambini nei piani nazionali per la riduzione della povertà come parte degli impegni per ridurre la povertà estrema entro il 2030;
rafforzare i sistemi di protezione sociale per i bambini, compresi i programmi di trasferimento di denaro che aiutano direttamente le famiglie povere a pagare cibo, sistemi sanitari, istruzione e altri servizi che proteggono i bambini dall’impatto della povertà e migliorano le loro opportunità di rompere il ciclo di povertà nelle loro vite;
dare priorità agli investimenti su istruzione, salute, acqua pulita, servizi igienico sanitari e infrastrutture di cui beneficiano i bambini più poveri, così come quelli che aiutano le persone a non ritornare nel ciclo di povertà dopo esser state colpite da siccità, malattie o instabilità economica;
individuare azioni politiche che possano portate i bambini più poveri a beneficiare della crescita economica.
In attesa di altri interventi, UNICEF e Banca Mondiale stanno comunque operando per combattere la povertà e promuovere lo sviluppo della prima infanzia, con programmi concreti che prevedono trasferimento di denaro, programmi per la nutrizione, servizi sanitari e istruzione.