Secondo Granma, organo ufficiale del comitato centrale del partito comunista di Cuba, oggi i rivoluzionari si sono radunati spontaneamente per le vie dell'Avana, per dare una degna risposta a un piccolo gruppo di mercenari al servizio dell'imperialismo yankee, che domenica, con vuoti slogan che si richiamavano a Libertà, Patria e Vita, hanno cercato di alterare l'ordine pubblico nelle strade della capitale cubana.

La risposta rivoluzionaria è stata immediata, riporta Granma, riprendendo le testimonianze enfatiche di alcune persone che, richiamandosi a "Fidel" dicono di essere disposte ad offrire il loro sangue per difendere la rivoluzione.

Perché tanta enfasi da parte dell'organo di stampa ufficiale del regime di Cuba? Perché domenica migliaia di cubani all'Avana si sono radunati manifestando per le vie della capitale per protestare per la crisi economia, per il modo in cui viene gestita la crisi pandemica, che negli ultimi giorni registra un aumento considerevole dei contagi, e per chiedere quelle libertà e quei diritti civili che il regime comunista continua a negare.

Per il presidente Miguel Díaz-Canel le proteste sono state bollate come una provocazione da parte di mercenari assoldati dagli Stati Uniti per destabilizzare il Paese.

In realtà, i cubani sono scesi in strada per dire al regime che a Cuba, oltre alla libertà, manca anche il cibo.  Nel 2020 il già risicato Pil cubano si è ridotto dell'11%, il peggior calo in quasi tre decenni, a causa della pandemia che ha finito per aggravare ulteriormente le conseguenze delle sanzioni statunitensi imposte dall'amministrazione Trump.

I manifestanti, ieri, hanno anche espresso la loro frustrazione per la carenza di vaccini, con il Paese che domenica ha registrato il record di quasi 7.000 nuovi casi nelle ultime 24 ore  e 47 decessi.