Il counseling si è sviluppato negli anni settanta come strumento di lavoro in ambito psicosociale. Conesso si indica un processo di interazione tra due persone, di cui una è in difficoltà, processo orientato a far prendere coscienza della propria situazione in modo da poterla gestire fino a giungere alla risoluzione della stessa. Si tratta quindi di un intervento che favorisce il cambiamento e sollecita le risorse del soggetto stesso.

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Il counseling è diretto ad aiutare il paziente in un momento di crisi, ad incoraggiare cambiamenti nel suo stile di vita, se necessario, proponendo azioni e comportamenti realistici, ed è volto a metterlo in grado di accettare le informazioni ansiogene favorendo l'adattamento alle relative implicazioni" (World Health Administration, 1992). Come non è difficile rilevare, vi sono affinità con la relazione di aiuto, tema già affrontato nei precedenti articoli. Si può dire che la relazione d'aiuto si concretizza, prende forma, nel counseling di cui in questo articolo si cerca di precisarne gli aspetti specifici, oltreché discutere se tale intervento sia o meno di pertinenza infermieristica.
L'obiettivo principale del counseling è dunque quello di fornire il supporto necessario a fronteggiare la vasta gamma di aspetti psicosociali connessi alla malattia. Non è necessariamente specialistico, cioè non è di esclusiva pertinenza degli operatori di area psicologica. Può essere attuato, a partire da
problemi di ordine fisico, da operatori sanitari; si qualifica come counseling se tiene conto e comprende le differenti variabili in gioco. L'ambito teorico in cui si è sviluppato il counseling non è quello psicosomatico, nella accezione che considera psiche e soma strettamente interdipendenti e gli aspetti psicologici l'essenza della malattia.
La prima promotrice del counseling in ambito infermieristico fu Hildegard E. Peplau, statunitense, teorica del nursing psichiatrico, che pubblicò molti articoli e testi sulle relazioni interpersonali in ambito infermieristico. Ha trasmesso concetti fondamentali quali:
• il ruolo educativo dell’infermiere in ambito di cura.
• la relazione interpersonale (se opportunamente organizzata ed orientata) puo’ divenire "terapia".
• l’infermiere valida l’esperienza soggettiva del paziente e attraverso la relazione attua un processo maturante degli eventi psichici (accettazione validazione e simbolizzazione dell’esperienza consapevolezza ed infine nuova rappresentazione di Sè).
• promozione del processo di apprendimento nel paziente.
• promozione di una nuova cultura negli infermieri: sviluppo di competenze e abilità relazionali promotrici della salutogenesi e della valorizzazione delle risorse del paziente.

Le tecniche del counselling:
Tecniche dell’Unità: reductio ad absurdum
Tecniche della Pluralità: rovesciamento dei ruoli, battesimi
Tecnica dell’Ordine: normalizzazione del caos, interruzione di schema
Tecnica del Disordine: frammenti di caos, risposta immateriale, diafonia
Tecniche dell’Accoglimento: coidentità
Tecniche del Di stanziamento: commutazione, disimpegno, connessione per salto
Tecniche della Generalizzazione: metafora, parabola, ampliamento

Conclusioni
Il counselling è diventato parte del tessuto del nursing.( Burnard 1995).
Il processo di counseling enfatizza l'importanza dell'autopercezione, dell'autodeterminazione e dell'autocontrollo: il risultato finale è misurabile attraverso il "grado in cui si riesce a rendere una persona capace di azioni razionali e positive, a renderla più soddisfatta, più in pace con se stesso, più capace di condurre una vita serena e socialmente integrata" (Zavallone, 1977)."
Gli interventi di counseling infermieristico sembrerebbero indicati in quelle persone con un locus of control interno, un coping ansioso ma una buona rete sociale di supporto. Tali interventi attuati dall’infermiere, si basano molto sull’informazione della paziente, il che porta la persona assistita a prendere coscienza, oltre alle informazioni, delle proprie emozioni: è l’attuazione del cosiddetto counseling informale. L’infermiere potrebbe fare leva anche sulla famiglia per aiutare l’elaborazione di strategie di coping più corrette (Landmark e Wahl, 2002).
L’argomento counseling e comunicazione purtroppo oggi rimane ancora delegato molto all’infermiere stesso, in base alla propria sensibilità e in occasione di momenti formativi.
Tra le metodologie utilizzate per incrementare le abilità di counseling, le più utilizzate sono la visione di filmati con discussione in gruppo con un tutor moderatore e il role playing; altrettanto significativa sembra essere la riflessione sulle azioni da intraprendere e già attuate (Freshwater, 2004). Secondo Mc Ardle et al (1996) è auspicabile anche in Italia la formazione di un professionista specializzato ed esperto, per una pratica infermieristica avanzata, favorendo l’espansione del ruolo infermieristico.
Bibliografia
_ M.Danon, Counseling, ed. RED, 2009.
_ R.Sabbadini, Manuale di counselling, ed. Franco Angeli, 2009.

Dott. Mirco Magri