Quasi una rissa con veri e propri attacchi personali, il nono, e forse ultimo, dibattito televisivo fra Hillary Clinton e Bernie Sanders, in vista della nomination per la corsa alla Casa Bianca e, nell'immediato, per assicurarsi la vittoria nelle primarie dello stato di New York. Del resto, la posta in gioco è piuttosto alta, dal momento che si tratta di aggiudicarsi un pacchetto di ben 291 delegati sui 2.383 necessari per la candidatura democratica. Stando ai sondaggi più recenti, la Clinton è in netto vantaggio rispetto al suo avversario, potendo contare su un 57% dei consensi, contro il 40% di Sanders.

Alla domanda se la Clinton abbia l'intelligenza e l'esperienza per ricoprire la carica di presidente degli Stati Uniti, Sanders ha ricordato che l'ex segretario di Stato votò a favore della guerra in Iraq, l'errore più grande mai commesso in politica estera. Da parte sua, la Clinton ha sottolineato che, in una recente intervista, Sanders è apparso piuttosto vago su questioni di politica estera e non ha saputo fornire soluzioni concrete su temi come l'Afghanistan, la lotta al terrorismo e la questione medio-orientale.

Riguardo a quest'ultima, entrambi si sono detti, naturalmente, favorevoli al diritto di esistere dello stato di Israele, ma hanno espresso opinioni diverse in merito al conflitto con i palestinesi. Mentre l'ex-first lady ha sottolineato come possa essere difficile la vita in un paese sotto la costante minaccia di atti terroristici e del lancio di missili, il senatore del Vermont ha biasimato Israele per le sue reazioni, considerate eccessive rispetto a quello che concretamente è il pericolo rappresentato da Hamas.

Non sono rimaste fuori dal dibattito anche le questioni economiche ed, in particolare, quelle finanziarie, riguardanti soprattutto la necessità di regolamentare l'attività delle grandi banche. Hillary Clinton ha sostenuto che costituirà apparati di controllo, provvisti dei poteri necessari per garantire la piena applicazione della legge Dodd-Frank, approvata proprio a seguito della crisi finanziaria del 2008.

Ma per Sanders questo non basta. Le grandi banche, quelle ritenute "troppo grandi per poter fallire", devono essere immediatamente smembrate. Non si è fatto mancare anche un attacco diretto alla sua avversaria, ricordandole i suoi legami con la Goldman Sachs, da cui la Clinton ha ricevuto una somma non trascurabile per una serie di conferenze.

Subito dopo il dibattito, Bernie Sanders è partito alla volta di Roma dove parteciperà ad una conferenza in Vaticano, che avrà per tema l'idolatria del denaro ed alla quale prenderanno parte, fra gli altri, anche il presidente della Bolivia, Evo Morales, e quello ecuadoriano, Rafael Correa.