Premesso che parlo da cittadina che non ha mai condiviso e alimentato la partitocrazia; non ho mai chiesto raccomandazioni né ottenuto un lavoro come “favore” ma soprattutto ho avuto il coraggio di contrastare alcune scelte dei “servi in cerca di padrone” che si sono avvicendati sugli scranni del “palazzetto del potere” locale.  La vita mi ha offerto purtroppo molte occasioni per conoscerli bene e sperimentare i loro metodi e la loro mediocrità intellettuale e morale.

Ho l’onore di far parte di quella moltitudine di persone che “non contano nulla”, dei “sacrificabili”: tale condizione mi ha sempre tenuto a contatto con la dura vita reale e questo mi ha permesso di prendere coscienza del valore della capacità di riflettere e rimanere fedele ai sani principi che mi hanno sorretto soprattutto nei momenti più bui della mia esistenza e ne ho avuti parecchi.

La presa di coscienza è il primo passo verso la risoluzione dei problemi e un conseguente miglioramento della personalità e degli equilibri psico/fisico/spirituali: l’Italia di momenti bui ne ha avuti tanti, ma stranamente i problemi sono rimasti irrisolti e ogni giorno che passa se ne aggiungono di nuovi e peggiori e di riflesso le qualità interiori dei cittadini sono peggiorate di molto.  I valori sono divenuti ipocriti argomenti di conversazione, l’unica cosa preziosa è la forma o meglio la “facciata” (sepolcri imbiancati), l’istruzione non è più uno “strumento” ma un “fine” , la politica dovrebbe essere la nobile missione di gestire con onestà e competenza lo sviluppo sociale, culturale, economico, artistico, ecc. ecc. di una collettività invece è diventata l’esercizio impunito della malversazione, i “politici” definiscono il rubare le risorse pubbliche un “errore politico” quindi non perseguibile penalmente; non c’è un ramo delle istituzioni che venga risparmiato dagli scandali. Se vai a contare le “qualche mela marcia” alla fine nel cesto non trovi una mela buona neanche a mettercela apposta. 

Pensavo di averle viste tutte ma sbagliavo: per la prima volta che alla guida del governo vi erano persone oneste, mai la patria ha corso un pericolo così grave, oserei dire mortale.  Attualmente è in corso l’ennesimo salvataggio "di Stato" a cura di uno spirito eletto della scienza bancaria. Tanto per cambiare.

A questo punto vorrei parlare anch’io di investimenti anche se non possiedo più nulla, mi hanno rovinato e spogliato di tutto, ma ho ancora un bene prezioso che singolarmente non vale nulla, ma insieme ad altri fa la differenza. Oggi siamo chiamati a valutare l’investimento “buono” e quello “cattivo”. Un voto singolo non vale nulla, ma tanti voti sono un “capitale” e se convogliato nelle mani giuste è un “buon investimento”.  

In questi ultimi due anni il M5S si è trovato a gestire una situazione drammatica sin dall’inizio con l’aggravante di una pandemia dalla quale è difficile uscire: hanno affrontato con serietà ed impegno le vergognose e gravi situazioni che sono venute alla luce e che sono la conseguenza diretta di una conduzione criminale di questo Paese protrattasi per decenni.  Mi sorprende molto che i cittadini non si rendano conto che le catastrofiche scelte politiche dei precedenti governi stanno sovvertendo gradualmente e drammaticamente le loro esistenze e quelle delle generazioni future.

A questo punto è d’obbligo riportare la storica frase pronunciata da Salvini: “Con Draghi l’avvenire dei nostri figli è al sicuro” infatti il Recovery Fund è già tutto in banca. Con 209 miliardi di euro di fondi europei Draghi parla di “debito buono” (per alimentare Confindustria e il sistema bancario) e debito cattivo (blocco dei licenziamenti per la pandemia e reddito di cittadinanza): a me questo genio della finanza mi fa venire i brividi.

È inoltre doveroso ricordare quando il Presidente della Repubblica Mattarella rifiutò il primissimo governo Conte, fu una scena indimenticabile, dimostrò che nel 2018 la macchina elettorale non aveva risposto alla partitocrazia come doveva! Mattarella sbatté la porta in faccia al premier che era andato a presentargli la lista dei ministri. Alla faccia del garante della Costituzione. Vi fu la sceneggiata del “governo” Cottarelli che non si presentò in Parlamento per la fiducia perché nessuno l’avrebbe votata.  Nel Conte 2 Draghi rifiutò di collaborare con il governo M5S, PD, LeU quando il premier glielo propose adducendo la scusa di sentirsi troppo stanco, evidentemente preferiva il ruolo di salvatore della patria a capo di un governo privo di anima e di prospettive.

Il M5S doveva scomparire perché rappresentava e ancora rappresenta un reale punto di rottura con l’ormai consolidato ed indegno stile predatorio di fare politica adottato dalle marionette elette in Parlamento che hanno il compito primario di tutelare gli interessi della Confindustria e del sistema bancario che gestiscono di fatto non solo la vita economica ma anche politica e sociale del Paese.

Mi sta bene che il comunismo sia fallito, ma doveva fallire anche il capitalismo, con le sue disumane regole che mietono milioni di vittime ogni anno per fame nel mondo, causano conflitti, distruggono l’ambiente e rappresentano un’offesa costante alla dignità dell’essere umano. Solo lasciando morire tali logiche possono svilupparsi concretamente e rettamente modelli sociali, politici ed economici realmente democratici.

Draghi non è il salvatore della patria, ma l’espressione di una obsoleta e snaturata interpretazione della gestione delle risorse pubbliche e private. Il M5S rappresenta la politica dal volto umano, Conte suo malgrado è divenuto il testimonial di questo nuovo stile di far politica, per questo andava sabotato e fermato, perché stava raccogliendo consensi proprio dalle fasce deboli del Paese che sono state sistematicamente escluse dai programmi di tutti i passati governi ma utilizzate come serbatoio finanziario dal quale attingere liberamente e a piene mani, senza temere alcuna reazione, per far quadrare il bilancio andato fuori dai parametri europei a causa delle gestioni scellerate delle risorse pubbliche poste in essere dagli illuminati della politica e dell’economia che si sono avvicendati alla guida di questo sciagurato Paese.

Draghi è sempre stato il delegato occulto per gestire quanto ottenuto principalmente dall’attività di Conte presso l’UE: sono stati la gestione dei 209 miliardi del Recovery Fund e per aver rifiutato alla Confindustria di esercitare il diritto di prelazione sulle risorse comuni a danno di due terzi del Paese a condannare definitivamente il premier.

Draghi ha invitato per prassi l’ex premier e la stampa ha vociferato che avesse ricevuto l’offerta di un ministero che educatamente e saggiamente ha rifiutato; ha contattato Grillo e si dice che abbiano parlato per circa un’ora. Grillo dovrebbe meditare sulla profetica frase che gli disse Marco Pannella molti anni fa: “Se non stai attento, questi ragazzi li rovinerai tutti”. Si sta svolgendo un raffinato ed elegante “gioco al massacro” a danno di giovani volonterosi ed idealisti (con alcune eccezioni) che si sono impegnati per cambiare le regole del gioco e questo li ha esposti pericolosamente.

Il PD e LeU non possono sostenere un governo nato per gestire esclusivamente il Recovery Fund e cancellare quanto di buono hanno potuto realizzare in questa, se pur breve, legislatura; farne parte sarebbe una imperdonabile contraddizione e una perdita di credibilità. Draghi sta facendo quello che ha sempre fatto in tutta la sua vita e che gli ha permesso di arrivare ai vertici dei sistemi bancari: in quegli ambienti non si può accedere se non si condividono le loro politiche che trattano esclusivamente il denaro.   

Conte e il M5S si trovano davanti ad un bivio. È meglio che si tappino le orecchie per non sentire le sirene cantare le balle di salvare il paese dalla rovina per spirito di servizio. Se non stanno attenti rischiano di finire a far da zerbino per i piedi del sabotatore & C. Questo vale anche per il PD e Leu che hanno condiviso, anche tra mille discussioni, una linea di governo in un momento tragico adottando scelte molto difficili che hanno mantenuto saldo l’equilibrio interno del Paese.

È il momento per tutti loro di fare una scelta comune “giusta”: dovrebbero trovare il modo di salvare quanto hanno realizzato di buono finora, rimanere ancorati alla parte semplice ma reale del Paese e il Paese reale non li tradirà. In particolare, se per i 5S allearsi con Salvini prima e il PD dopo era necessario per governare, oggi accettare le proposte di Draghi significherebbe diventare complici del sistema. Il M5S, PD e Leu dovrebbero elaborare una strategia comune alternativa ad un governo senz’anima e senza prospettive. È inoltre l’occasione per vedere se da un’unione forzata possa nascere una collaborazione costruttiva e soprattutto leale.

Potrebbero iniziare facendo sparire quel 2%!