Liz Magill, preside dell'Università della Pennsylvania, una delle università della Ivy League, ha rassegnato le dimissioni dall'incarico perché accusata per non aver chiarito la sua posizione sull'antisemitismo.
In un'audizione che si è tenuta martedì alla Camera dei rappresentanti, chiamata ad esprimere la propria opinione su un presunto aumento dell'antisemitismo nelle università americane in seguito allo scoppio della guerra tra Hamas e Israele, Liz Magill, così come le presidi dell'Università di Harvard, Claudine Gay, e del Massachusetts Institute of Technology, Sally Kornbluth, si è rifiutata di rispondere con un "sì" o con un "no" alla domanda della deputata repubblicana Elise Stefanik (l'ennesima fanatica pro Trump) che le ha chiesto se invocare il genocidio degli ebrei potesse violare il codice di condotta riguardo a bullismo e molestie.
Magill, nel suo intervento, aveva annunciato un piano d'azione per combattere l'antisemitismo nella sua università, concordato con i leader ebrei locali e nazionali, oltre che con docenti ed ex studenti.
Stefanik le aveva chiesto conto anche degli slogan degli studenti che avevano manifestato a favore della Palestina invocando l'intifada o il genocidio degli ebrei:
"Invocare il genocidio degli ebrei viola le regole o il codice di condotta della Penn, sì o no?"
Magill le ha risposto così: "Se la parola si trasforma in azione, può essere una molestia".
Stefanik ha criticato la risposta, dicendo:
"Azione significa commettere un atto di genocidio? Il discorso non è molestia? Questo è inaccettabile."
A seguito di una simile banalità, un importante finanziatore di quella università ha annunciato che interromperà le sue donazioni, mentre un membro del consiglio di amministrazione si è dimesso.
Inoltre, la fanatica parlamentare trumpiana, che supporta la rielezione alla presidenza degli Stati Uniti di un golpista (!!!), ha poi dichiarato via social di attendersi anche le dimissioni delle presidi di Harvard e MIT.
La fanatica trumpiana non ha però espresso dubbi o chiesto chiarimenti sul genocidio dei palestinesi ad opera degli ebrei israeliani, evidentemente ritenuto atto naturale e dovuto.
Oggi, questo è quello che vogliono far credere all'opinione pubblica... e non solo negli Stati Uniti!