Telefono Azzurro, il 6 febbraio a Roma  presso la Camera dei Deputati, alla presenza del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin e altri rappresentanti delle istituzioni, di aziende e insieme a importanti realtà del mondo del web, riuniti in occasione del XIII Safer Internet Day - Giornata mondiale per la sicurezza in Rete istituita e promossa dalla Commissione europea e celebrata oggi in contemporanea in oltre 100 nazioni di tutto il mondo, ha illustrato i risultati di un'indagine condotta insieme a Doxa Kids.

Questi alcuni degli aspetti principali riscontrati.

Cresce l’utilizzo del web da parte dei giovanissimi, che trovano in Internet una fonte inesauribile di informazioni, sulla sessualità ma soprattutto sulla salute, cercando sintomi e malattie, fino alle autodiagnosi.

La rete è un luogo di socializzazione e di espressione e di condivisione  in cui sono frequenti fenomeni come cyberbullismo, hate speech, adescamento, sexting, pornografia e uso improprio del denaro. Un flash sulla contemporanea realtà sociale davvero preoccupante alla luce della costante crescita di utenti under 13, le cui giornate sono caratterizzate da una frequente presenza fra le pagine e le chat dei principali social network. Il 73% di essi usa abitualmente Whatsapp, il 44% Facebook, seguito da Instagram (35%), Snapchat (13%) e Twitter, il 10,8%.

Ben il 48% di essi infatti ha paura di incontrare su internet persone che non sono chi dicono di essere; il 41% teme di essere contattato da estranei che chiedono numero di telefono e indirizzo o in generale informazioni personali; il 41% teme di ricevere richieste sessuali da adulti o di essere molestati nelle app di gioco (36%).

Il web in generale non viene percepito come un posto sicuro, ma terreno fertile di hate speech e contenuti offensivi, soprattutto che riguardavano l’orientamento sessuale (23%)

Fra bambini e adolescenti prevale una sottovalutazione dei rischi a lungo termine. Il 12% pensa che il sexting non abbia conseguenze negative. In pochi conoscono l’impatto fortemente nocivo della pornografia sui più giovani, dal punto di vista neurale, cognitivo, sociale ed affettivo. Secondo il 17% i coetanei fanno “molto” uso di pornografia. Il 10% ammette di aver visitato con continuità siti pornografici, compresi i 12enni.

Un ulteriore uso ad alto contenuto di rischio del web riguarda poi  il dato degli acquisti online. Infatti il 44% di essi lo fa regolarmente, il 23% a insaputa dei genitori (il 25% sono 12-13enni).

I risultati completi dell’indagine - condotta su un campione di 609 figli tra i 12 e 18 anni e 613 genitori - saranno inseriti fra i contenuti dell’ebook “Il Nostro Post(o) nella rete” (scaricabile in una prima versione dal 6 febbraio sul sito azzurro.it alla sezione Informazioni e Consigli).

L'ebook è un manuale gratuito strutturato in due parti: una sezione dedicata all’approfondimento – con riferimenti teorici e operativi – di argomenti come il cyberbullismo e hate speech, adescamento online, sexting e espressione della sessualità nella rete, la fruizione della pornografia, uso del denaro, giochi. Infine una sezione con i riferimenti dei servizi a cui è possibile rivolgersi a livello regionale, qualora ci si trovi a dover gestire una situazione problematica.

In merito al fenomeno, il Presidente di Telefono Azzurro e Professore Ordinario di Neuropsichiatria Infantile, Ernesto Caffo, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

«I bambini entrano precocemente nel mondo delle nuove tecnologie e di internet. Il numero di minori under 13 attivi sui social è infatti in aumento, nonostante siano al di sotto dell’età minima per l’iscrizione.

Occorrono risposte immediate e congiunte a tutela dei bambini e degli adolescenti in Rete. E’ necessario implementare sistemi di verifica e controllo dell’età anagrafica, al fine di proteggerli dall’accesso a siti inappropriati e lesivi, quali quelli pornografici.  

E’ inoltre di primaria importanza sviluppare una regolamentazione in tema di uso del denaro e di acquisti online, incrementando la sensibilità della società civile e delle Istituzioni su questo fenomeno.

Il ruolo della famiglia è cruciale: molti genitori non conoscono i possibili i comportamenti dei figli online e i relativi rischi: il 67% non sa cosa sia il sexting e l’81% non conosce il fenomeno del sextortion.»