Politica

IL VERDE PUBBLICO A PERUGIA? Una “disfida di burletta”!

Tanti progetti in campo ma, gira gira, non sono capaci di risolvere il problema della desertificazione dei parchi!

A Perugia, per il verde pubblico, la cosa funziona come sempre male e il covid-19 è una scusa!

Scusate la domanda semplice e se volete, anche un poco ingenua ma, sicuramente, retorica:

Ma i nostri "politici/amministratori" del Comune di Perugia non sono multitasking?

In altre parole; l'energia del nostro stimatissimo Sindaco e della sua efficiente Giunta si esaurisce tutta per combattere il coronavirus e non c'è un poco di riserva per non lasciare i parchi pubblici senza la pur minima manutenzione o qualcosa mi sfugge?

A vedere come è combinato il verde pubblico "Perugia: Social City" crede proprio che l'energia (o la volontà) degli occupanti pro tempore in Comune sia dedicata tutta alla pandemia in quanto, la medesima, risulta più gratificante per apparire e mettere più "bollini" sulla tessera elettorale di noi cittadini (sicuramente di qualcuno solamente)!

Mi si potrà dire: “Ma qualche progetto è in atto per il verde pubblico!” ciò può essere anche vero ma, come diceva Totò in un suo film “È la somma che fa il totale” e in questo caso, il totale è scarsissimo su ciò che stanno facendo!

Ed ora veniamo al punto!

Senza tema di sbagliare, perché i fatti sono chiari e incontrovertibili: il verde pubblico nella nostra città è arrivato, coronavirus o no, ad un punto di degrado molto più che precario e quasi irreversibile.

Anche se, in futuro, per giustificare la loro scarsa volontà di dare ai cittadini dei parchi decenti, potranno dire: -A quel tempo non avevamo, per stare dietro al coronavirus, più tempo per nulla- resta la pura e semplice verità sulla reale motivazione che la loro politica ha mirato più che altro a mettere in evidenza l'aspetto formale, più che sostanziale, delle soluzioni; come i miseri interventi di inaugurazione di alcuni spazi (vedi l’ultima trovata dello spazio per far giocare i cani in un parco dove le problematiche sono prostituzione e spaccio), tra le altre cose messi, a suo tempo, a punto con i soldi dei privati, come il parco di Santa Lucia, come quello di Ponte Valleceppi, o ancora quello di Lacugnana pagato in toto dalla Regione, piuttosto che intervenire concretamente per migliorare lo stato di estremo degrado delle strutture che, nei vari parchi, sono di fatto non più agibili quando addirittura pericolose per chi cerca di utilizzarli.

Per non parlare poi di quel tentativo ridicolo(di qualche tempo fa), inefficiente, inadeguato e palesemente con il sentore di mera scappatoia, di affidare il verde alle Associazioni dei cittadini che di fatto non ha procurato nessun risultato, se non quello di utilizzare i medesimi come spazzini per pulire, ogni tanto, l'immondizia lasciata da chi è maleducato e non rispettoso del prossimo per poi, dopo qualche tempo, ricominciare da capo in un rincorrersi senza fine.

Una politica che tutt'ora, con l'Assessore che ne ha la delega (e sicuramente con il resto della Giunta che è d'accordo), resta tesa solo al mero risparmio, al solo scopo di dimostrare la propria bravura a far quadrare i conti e non come se il bene pubblico di un verde adeguato e nelle condizioni di poter essere fruibile, fosse un diritto inalienabile dei cittadini.

Per ciò, viste come sono andate le cose in passato, domani, non ci vengano a raccontare che la colpa è stata del coronavirus perché potrebbero essere, dopo una risata, smentiti nel modo più assoluto.

Giampiero Tamburi (Perugia: Social City)

Autore Ass. "Perugia: Social City"
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