Nella cornice del grande teatro di tradizione, l’allestimento de "L’Avaro" di Molière diretto da Luigi Saravo porta sulla scena un classico intramontabile, rivisitato con una sensibilità contemporanea che invita il pubblico a riflettere sul rapporto ambiguo tra denaro e sentimenti. La commedia, che mette in luce la figura di Arpagone, incarnazione perfetta dell’avarizia, si snoda attraverso un intreccio di amori disobbedienti, inganni e conflitti famigliari, rivelando una realtà tanto vicina al nostro presente.

L’Avaro di Molière: Una Riflessione sul Denaro e le Relazioni Umane. Al Teatro Manzoni Milano

Un Protagonista Eccellente Ugo Dighero, noto per le sue interpretazioni nei lavori di Stefano Benni e Dario Fo, si misura con una delle figure più iconiche della letteratura francese. La sua performance nei panni di Arpagone è intensa e coinvolgente; l’attore riesce a trasmettere l’ossessione per il denaro e la paura di perderlo, rendendo il personaggio non solo antipatico, ma anche incredibilmente umano nella sua debolezza. La regia di Saravo non si limita a proporre una semplice narrazione di epoche passate, ma fa dialogare il passato con il presente, creando un ponte tra il pubblico di oggi e le lotte interiori di Arpagone. 

L’Avaro di Molière: Una Riflessione sul Denaro e le Relazioni Umane. Al Teatro Manzoni Milano

La suggestione centrale dell’opera è il conflitto tra il bisogno di accumulare ricchezze e il desiderio di relazioni autentiche. Saravo sottolinea come il personaggio di Arpagone rappresenti una visione economica conservativa, in contrapposizione a quella più dinamica e consumistica del suo entourage. Questa dicotomia riecheggia nei giorni nostri, in cui il consumo sfrenato e la ricerca di beni materiali sembrano dominare le interazioni sociali.

Il regista afferma: “Nella nostra contemporaneità, in cui vige l’imperativo di far circolare il danaro inseguendo una crescita economica infinita, il gesto immobilista di Arpagone suona quasi sovversivo.” L’angoscia di Arpagone, che teme di intaccare il proprio patrimonio, riflette una cultura del possesso che ancora oggi è palpabile. Questo contrasto rende la commedia non solo una fonte di intrattenimento, ma anche uno spunto di riflessione sulle scelte personali e sulla felicità.

Il genio di Saravo emerge anche nella scelta scenografica: l’allestimento, curato da Lorenzo Russo Rainaldi, mescola elementi storici con tocchi moderni, come gli smartphone e gli abiti degli anni Settanta, creando un’atmosfera che permette al pubblico di sentirsi parte della storia. Anche le musiche originali di Paolo Silvestri seguono questa linea, alternando melodie moderne a sonorità classiche, che accompagnano le emozioni dei personaggi senza mai sovrastarli. La nuova traduzione di Letizia Russo facilita una fruizione fresca e diretta, permettendo ai dialoghi di fluire con naturalezza e ritmo, riconnettendo così il linguaggio di Molière con le orecchie del pubblico contemporaneo. La scelta di tradurre e adattare l’opera non solo rende giustizia alla genialità di Molière, ma riporta in vita il testo, esaltandone il potere comico e drammatico.

Nel cast, Mariangeles Torres si distingue con un doppio ruolo che funge da motore dell'azione: da un lato interpreta Saetta, il servitore arguto e ingegnoso che trama per sottrarre la cassetta di denaro di Arpagone, dall'altro è Frosina, la domestica che si offre come intermediaria nelle relazioni amorose dei giovani protagonisti. Questi ruoli sono centrali nel suscitare il gioco degli equivoci che caratterizza la commedia, portando a situazioni esilaranti e drammatiche che mettono in discussione le motivazioni dei personaggi. Cleante, il figlio di Arpagone, interpretato da Stefano Dilauro, si innamora di Marianna (Rebecca Redaelli), mentre Elisa, la figlia del protagonista, è attratta da Valerio (Fabio Barone). Le dinamiche famigliari si complicano ulteriormente quando Arpagone decide di sposare Marianna, ignaro del legame tra i giovani. Qui si assiste a un ribaltamento di carte che travolge ogni pretesa di controllo del padre, creando momenti di tensione e comicità che culminano in un finale sorprendente.

"L’Avaro" esplora anche il tema dell’amore contrapposto all’avidità. Arpagone, nel tentativo di garantire un futuro di benessere economico ai propri figli, finisce per sacrificare la loro felicità. La sua incapacità di vedere oltre il suo attaccamento al denaro lo rende un personaggio tragico; la sua avversione al rischio e al cambiamento è un monito al pubblico riguardo alla pericolosità di mettere i beni materiali al primo posto. Questa tensione tra amore e denaro è universale e attraversa culture e epoche. Le scelte che i personaggi si trovano a fare illuminano le diverse facce delle relazioni umane: l’amore vero deve spesso combattere contro le pressioni esterne della società e delle aspettative famigliari.

L’allestimento di "L’Avaro" si presenta come un’occasione non solo per apprezzare Molière, ma per riflettere sui valori che guidano le nostre vite oggi. La brama di ricchezza può portare a isolare gli individui e distruggere legami importanti. L’interpretazione di Dighero e il lavoro di Saravo ci pongono di fronte alla domanda: fino a che punto valga la pena perseguire il denaro a scapito della felicità personale e delle relazioni? In un mondo in cui il valore di una persona è spesso misurato in termini monetari, questa rappresentazione di "L’Avaro" diventa un atto di resistenza contro la mercificazione dei sentimenti. Ogni parola, ogni gesto sul palco è un richiamo a riscoprire il vero valore delle relazioni e a mettere in discussione quelle convinzioni che ci portano a porre il denaro al centro delle nostre vite.

La messa in scena de "L’Avaro" di Molière, sotto la direzione di Luigi Saravo, non è solo una proposta teatrale, ma un’esperienza culturale profonda. Con un cast coinvolgente e una regia innovativa, questa opera teatrale invita gli spettatori a riflettere non solo sull’avidità, ma anche sull’amore, la famiglia e le scelte che definiamo con il nostro comportamento quotidiano. In un’epoca in cui le distrazioni sono ovunque, la riscoperta di un classico con nuove lenti è un invito a guardarsi dentro e a rivalutare ciò che realmente conta nella vita.

L'Avaro - Molière___video

Teatro Nazionale di Genova, a.ArtistiAssociati Centro di produzione teatrale
Teatro Stabile di Bolzano, Centro Teatrale Bresciano

presentano

Dal 18 febbraio al 2 marzo 2025
feriali ore 20,45 - domenica ore 15,30 
sabato 1 marzo ore 15,30 e 20,45


L’AVARO

di Molière

regia Luigi Saravo

traduzione e adattamento Letizia Russo

interpreti Ugo Dighero, Mariangeles Torres, Fabio Barone, Stefano Dilauro, Cristian Giammarini, 
Paolo Li Volsi, Carolina Leporatti, Rebecca Redaelli, Luigi Saravo

musiche Paolo Silvestri

costumi Lorenzo Russo Rainaldi

scene Luigi Saravo, Lorenzo Russo Rainaldi

movimenti coreografici Claudia Monti

luci Aldo Mantovani

 Personaggi e interpreti
ARPAGONE padre di Cleante e di Elisa, innamorato di Marianna Ugo Dighero
CLEANTE figlio di Arpagone, amante di Marianna Stefano Dilauro
ELISA figlia di Arpagone e sorella di Cleante, amante di Valerio Carolina Leporatti
VALERIO figlio di Anselmo, amante di Elisa Fabio Barone
MARIANNA amante di Cleante, amata da Arpagone Rebecca Redaelli
ANSELMO padre di Valerio e di Marianna Cristian Giammarini
FROSINA ruffiana Mariangeles Torres
MASTRO SIMON faccendiere Cristian Giammarini
MASTRO GIACOMO cuoco e cocchiere di Arpagone Paolo Li Volsi
SAETTA servo di Cleante Mariangeles Torres
COMMISSARIO Luigi Saravo

Foto: *_©Federico Pitto

BIGLIETTI
Prestige € 37,00 - Poltronissima € 34,00 - Poltrona € 26,00 - Poltronissima under 26 anni € 18,00

Per acquisto:
biglietteria del Teatro
online https://www.teatromanzoni.it/acquista-online/?event=3535553
telefonicamente 027636901
circuito Ticketone

Teatro Manzoni
Via Manzoni 42 - 20121 Milano
Tel. 02 7636901
Fax 02 76005471 

*_©Angelo Antonio Messina