In base a quanto dichiarato dagli organizzatori, Apd Miramar, la terza edizione del Trieste Running Festival, "la più partecipata kermesse podistica del Friuli Venezia Giulia" che ha tra i suoi sponsor Generali, in programma dal 2 al 5 maggio nel capoluogo giuliano, ha raccolto ad oggi "1390 iscrizioni che comprendono partecipanti da 28 Paesi di tutti i continenti. In prima linea sicuramente austriaci e ungheresi ma sono in arrivo corridori anche da Australia, Giappone, Sud America, Brasile e Stati Uniti".

Però, ad essere precisi, non è vero che saranno ammessi all'evento i partecipanti di tutti i continenti. Ad essere esclusi sono gli africani.

Lo ha detto tal Fabio Carini (in arte Karis), triestino, "Project Manager" della Trieste Running Festival, della SoloWomen Run e "giornalista" alle dipendenze della Regione Friuli Venezia Giulia, che da un anno a questa parte è guidata da un presidente leghista, Massimiliano Fedriga.

A margine della presentazione del Trieste Running Festival, Fabio Carini ha dichiarato che l'edizione di quest'anno è stata "fondata su un'etica" che può essere riassunta nei termini descritti di seguito.

All'evento sportivo, in questa edizione, saranno ammessi "soltanto atleti europei" per evitare lo "sfruttamento" di atleti africani, anche di altissimo valore. Infatti, secondo quanto dichiarato da Carini, ci sono organizzatori che subiscono pressioni di manager che sfruttano gli atleti africani proponendoli a costi bassissimi, a scapito della loro dignità, perché molto spesso non vengono neppure pagati e pertanto non trattati in maniera equa.

"Abbiamo scoperchiato il vaso di Pandora", ha scritto Carini su Facebook. "Trieste Running Festival dice no al mercimonio di eccellenti corridori africani sfruttati da manager che si arricchiscono sulla pelle e sulle gambe altrui. Questa è l’unica verità che deve aprire una nuova era dello sport fondato sul rispetto dei valori".


Riassumendo il concetto del signor Carini, l'organizzazione della mezza maratona leghista ha in pratica deciso di gettare via il bambino insieme all'acqua sporca. Infatti, per eliminare un presunto problema ha finito così per danneggiare, con certezza, tutti coloro che invece dice di voler favorire.

Una possibilità è che il signor Carini e la regione Friuli che lo supporta siano evidentemente incapaci d'intendere e di volere, l'altra, molto più concreta e reale, è che con tale scusa si impedisca a degli atleti africani di partecipare ad una gara per il colore della loro pelle, facendo così una scelta razzista.

Oggi, coloro che si definiscono sovranisti (ad iniziare dalla Lega), un termine ipocrita in sostituzione di neofascisti, per mettere in atto il razzismo che li caratterizza utilizzano delle evidenti scuse. Domani, dopo aver convinto il Paese della normalità della loro anormalità, non ne avranno neppure più bisogno e diranno apertamente che "i neri non li vogliamo".

A sponsorizzare il razzismo della Regione Friuli, le assicurazioni Generali, gruppo che ha sede a Trieste, ma opera anche a livello internazionale, tanto da essere presente in decine di Paesi in tutto il mondo.

Possibile che nel 2019 si debba assistere ancora a quello che sta accadendo in Italia e continuare a far finta di nulla? Possibile che anche una delle aziende più importanti al mondo in campo assicurativo non senta il bisogno, se non il dovere, di dissociarsi da queste evidenti manifestazioni razziste?