Cosa fosse accaduto davvero quella notte, lo ha raccontato giovedì in aula, nel processo che vede imputato don Mauro Galli per violenza sessuale ai danni di un giovane parrocchiano, la ragazza della vittima: «A. era andato a casa di don Mauro, si era confessato... una confessione lunga e profonda. Si era esposto, era vulnerabile, avrebbe fatto qualunque cosa. Don Mauro l’ha fatto andare nel suo letto, sono andati a dormire e nella notte A. si è svegliato urlando. Lo aveva abbracciato da dietro».
"Abbracciato" è ovviamente un eufemismo.
Fondi riservati della Curia milanese per zittire le vittime dei preti pedofili. È questa la cruda realtà che emerge dal processo a don Mauro Galli.
Centocinquantamila euro di risarcimento sono stati versati alla vittima perché ritirasse la sua querela. Non certo da don Galli, che risulta nullatenente.
A "officiare" l’accordo è stato Mario Zanchetti, difensore dell’Arcivescovado. Tra le clausole imposte alla famiglia: non rivelare la provenienza dei quattrini.