Politica

La Meloni e la pacchia, una storia che si ripete


"Ah cosa... ah Europa... te l'ho da di': e mo' è finita 'a pacchia".

A Milano, con la solita raffinatezza che la contraddistingue, la sora Meloni ha spiegato che "pure" per l'Europa saranno ca..i amari con lei al governo.

Facendo un minestrone tra interesse nazionale, Pd e le giuste preoccupazioni di Bruxelles nel caso lei finisca per fare il presidente del Consiglio, la Meloni ha detto che per l'Ue finirà la pacchia, cioè accadrà che anche l'Italia si metterà a difendere i suoi interessi nazionali.

Ricorrendo all'ars oratoria che ponno capi' solo tra la Cristoforo Colombo e l'Ostiense, la sora Meloni però s'è dimenticata  "da spiega'" come ha fatto l'Europa che fa li ca..i sua a dacce ultimamente oltre ducento miliardi di euri.

Ma questo non si adattava ad essere urlato da un palco elettorale... e allora perché dirlo?

E in fondo non bisogna esser troppo severi con la sora Meloni... parla urla, sta a baccaglia'... ma poi che voi che faccia? Nulla.

A dicembre dell'anno scorso diceva le stesse cose, solo che al posto dell'Europa aveva messo Mattarella.

"La pacchia è finita! Alle prossime elezioni der Quirinale er centrodestra ha i nummeri per esse' determinante e noi vogliamo un presidente eletto per fare gli interessi nazionali e non der Pd".

"Non accetteremo compromessi, vogliamo un patriota", aveva poi proseguito, spiegando che "Berlusconi è stato mandato a casa dalle consorterie europee perché non firmava trattati poi firmati da Mario Monti, quindi ha difeso l'interesse nazionale assolutamente" per poi aggiungere a chi le chiedeva se Silvio Berlusconi potesse essere un presidente della Repubblica "patriota": "Non l'abbiamo mai definito un candidato di bandiera, è un nome che compatta il centrodestra. Poi sappiamo che serve una convergenza di numeri ma rispecchia quello che stiamo cercando".

Quindi, ricapitolando, la Meloni sta a dire che l'Europa fa schifo (e sarà pure vero, ma non sarà certo lei a riformarla prendendo a modello Polonia e Ungheria) per poi portarci a esempio come padre della nazione Silvio Berlusconi, che da solo è una specie di enciclopedia vivente dell'anti-Stato? 

E una come lei risulta credibile almeno al 25% degli italiani... se non di più, a dimostrazione dello stato miserevole in cui versa questo Paese, ormai abitato da disperati disposti a tutto che pendono dalle labbra del profeta di turno che prometta loro qualsiasi beneficio, sia esso Berlusconi, Renzi, i 5 stelle di Di Dattista e Di Maio, Salvini e adesso Giorgia Meloni. 

Questa è l'Italia da un quarto di secolo ad oggi e non sembra abbia intenzione alcuna di voler cambiare.

Autore Gino Tarocci
Categoria Politica
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