Al referendum sull'abrogazione dei voucher proposto dalla Cgil, fissato per il 28 maggio 2017, e a cui gli italiani non furono chiamati a votare perché il governo Gentiloni li abrogò per poi ripristinarli, Luigi Di Maio aveva dichiarato che avrebbe votato per l'abrogazione.

Questo mercoledì, invece, in una dichiarazione al Senato il capo politico del Movimento 5 Stelle sembra aver cambiato idea: «Se i voucher possono servire a settori come l'agricoltura e il turismo, per specifiche competenze, allora ben vengano. L'unica cosa che chiedo alle forze di maggioranza è quella di evitare abusi in futuro.»

Perché questo ripensamento di Di Maio? Perché giovedì è il giorno dell'abolizione dei vitalizi alla Camera, cui seguirà quello dei vitalizi degli ex senatori, dopo sarà il turno dei pensionati d'oro... e la Lega ha dato la propria disponibilità a sostenere tali iniziative. In cambio di che? Dei voucher che secondo il ministro dell'Agricoltura e del Turismo (!) sono indispensabili per consentire alle aziende che operano in tali settori per continuare a rimanere aperte.

Eppure i sindacati hanno più volte ricordato che per le attività stagionali esistono infinità di contratti di lavoro specifici che tutelano entrambe le parti, aziende e dipendenti. Nonostante ciò, è indispensabile, nuovamente, ricorrere ai voucher che, ormai è stato dimostrato, sono solo un ulteriore strumento per dequalificare ulteriormente il lavoro.

Nel caso vengano effettivamente ripristinati, si potrà sancire ufficialmente l'irrazionalità nell'azione del nuovo governo che, da una parte, cerca di limitare il lavoro a tempo determinato con il tanto propagandato decreto dignità, e dall'altra promuove la precarietà ripristinando i voucher... senza neppure tener conto dell'enormità di firme raccolte a sostegno del referendum che li voleva abrogare.

Inutile cercare di capirci qualcosa! Anche la Cgil non sembra essere d'accordo.

«Se così fosse sarebbe una decisione vergognosa, profondamente in contraddizione con la volontà, affermata in questi giorni dal Governo, di porre argini alla precarietà», seconldo la segretaria confederale della Cgil Tania Scacchetti in merito all’utilizzo dei voucher nei settori dell’agricoltura e del turismo.

«Assistiamo a una discussione paradossale: i voucher esistono ancora. L’unica necessità che si intravede dietro tale decisione è quella di una riduzione dei costi per le imprese fatta sulla pelle dei lavoratori e sui loro diritti.

Se, invece, l’obiettivo, come dichiarato, è quello di rilanciare l’economia e le nostre aree agricole e turistiche, allora – conclude Scacchetti – l’unica strada possibile è partire dalla valorizzazione del lavoro, quello contrattualizzato che già oggi garantisce la flessibilità richiesta dalle imprese.»