La rinomata chef abruzzese Antonella D’Alfonso porta la sua arte culinaria al format “il Salotto delle Celebrità” durante la mostra del Cinema di Venezia 2024
Nell’intervista di oggi Antonella D’Alfonso ci fa conoscere la sua passione per la cucina, che parte da un’origine contadina tramandata da generazioni, e arriva nelle tavole de “Il Salotto delle Celebrità” per soddisfare i palati di vip ed imprenditori presenti. In questa occasione abbiamo avuto modo di conoscere al meglio il suo talento e le sue capacità, attraverso piatti della tradizione e prodotti tipici del territorio dell’Abruzzo. Conosciamo meglio Antonella!
"Benvenuto! Potresti descrivere brevemente la mission e il fattore distintivo della tua impresa rispetto agli altri nel settore?"
La mia missione è portare un assaggio del mio Abruzzo reinventato, un cinema gastronomico dove tradizione e innovazione sono protagoniste di ogni piatto. Sin da bambina, cresciuta in una famiglia di agricoltori, ho imparato che la cucina è un'arte che nasce dalla terra. Questa lezione mi ha guidato attraverso 45 anni di carriera, dall'istituto alberghiero alle cucine di un hotel a 5 stelle dove oggi sono Executive Chef.
Il mio fattore distintivo? Immaginate un regista che gira sempre nella sua terra natia, ma ogni film è una nuova storia. Ecco, io faccio lo stesso con la cucina abruzzese. La mia 'cinepresa culinaria' inquadra ingredienti locali, li monta con tecniche innovative, e crea 'film gastronomici' che sorprendono ed emozionano. Un esempio? Il mio 'Arrosticini 2.0'. Un classico abruzzese che ho reinterpretato utilizzando agnello biologico locale, marinato in erbe spontanee di montagna, cotto a bassa temperatura e servito con una riduzione di Montepulciano d'Abruzzo e tartufo nero. È la mia dichiarazione d'amore per l'Abruzzo, un piatto che racconta una storia millenaria con un linguaggio contemporaneo. In sintesi, sono qui per dimostrare che la cucina regionale, come il grande cinema, può essere classica e rivoluzionaria allo stesso tempo. È questo il movimento gastronomico di cui sono orgogliosamente parte, e che porto con entusiasmo su questo red carpet del gusto.
"Quali progetti o sogni futuri stai esplorando? Ci sono novità emozionanti che vorresti anticipare?"
Il mio progetto più ambizioso? Continuare a dirigere la mia 'opera culinaria' in continua evoluzione, dove ogni piatto è una nuova scena da perfezionare. Ma oltre ai fornelli, ho due 'produzioni' letterarie, una già realizzata ed un’altra che sta prendendo forma.
La prima è nata quasi per caso, come le grandi idee nel cinema. I bambini ospiti del mio hotel hanno iniziato a mandarmi dei 'fan mail' culinari - bigliettini con i loro piatti preferiti. Da qui è nato “DEDICATO A TE”, un libretto che è diventato il mio primo 'corto gastronomico'. Ogni pagina è dedicata a un bambino, con la ricetta del piatto che ha conquistato il suo palato. È stato un successo inaspettato, una dimostrazione che la cucina, come il cinema, può creare connessioni emotive profonde.Questo “corto” mi ha dato il coraggio di pensare ad un lungometraggio. Sto lavorando a un nuovo libro che sarà un viaggio nel tempo e nei sapori. Il protagonista? Un piatto della tradizione contadina abruzzese: 'Pizzè e fujè, ovvero 'Pizza e Verdure'. Sarà il filo conduttore per raccontare la vita nei campi, le tradizioni, gli aneddoti familiari. Penso a questo libro come a un film neorealista: mostrerà un mondo che sta scomparendo, ma che ha ancora tanto da insegnarci.
L'idea è di creare un ponte tra generazioni: i giovani scopriranno un'Abruzzo che non conoscono, i meno giovani ritroveranno sapori e ricordi d'infanzia. E chi lo sa, magari un giorno vedremo questo libro trasformarsi in un vero film. Dopotutto, siamo al Festival del Cinema, e qui i sogni possono diventare realtà, no?
"Partecipare a questo evento esclusivo è una scelta significativa. Quali sono le tue motivazioni e aspettative?"
Partecipare al Festival di Venezia per me è stato come per un attore emergente calcare il red carpet per la prima volta. È un mix di emozioni: eccitazione, un pizzico di trepidazione, e soprattutto una gran voglia di mettermi alla prova.
La mia cucina ha sempre avuto un pubblico d'élite nell'hotel a 5 stelle dove lavoro, ma qui a Venezia? Beh, è come passare da un teatro di provincia al palcoscenico degli Oscar. Il parterre di celebrity, registi e critici cinematografici rappresenta una platea esigente e sofisticata che non vedo l'ora di conquistare con i miei piatti.
Vedete, la mia carriera finora è stata come un film girato interamente in Abruzzo. Ora, grazie al Festival, sto facendo il mio debutto internazionale. È un'opportunità per far assaggiare la mia visione della cucina abruzzese a un pubblico globale, per far 'proiettare' i miei piatti su uno schermo molto più ampio.
Le mie aspettative? Sono realista, ma anche ambiziosa. Spero che i miei piatti non solo soddisfino i palati, ma anche che creino conversazioni, magari ispirino qualche idea cinematografica. Chi lo sa, forse un regista assaggerà un mio piatto e deciderà di ambientare il suo prossimo film in Abruzzo!
Ma al di là di tutto, sono qui per imparare, per assorbire. Voglio capire come il mondo del cinema racconta storie, crea emozioni, perché credo che la grande cucina faccia lo stesso. E se lungo la strada si apriranno nuove opportunità, nuove collaborazioni? Beh, sarò pronta a coglierle al volo.
In fondo, sia nel cinema che in cucina, il segreto è lo stesso: osare, sperimentare, e mettere tutto il cuore in ciò che si fa. Ed è esattamente quello che intendo fare qui a Venezia.
"In occasione della Mostra del Cinema di Venezia, ci interesserebbe conoscere il tuo legame personale con il cinema. Quali film, registi o attori ti hanno influenzato maggiormente?"
Il mio legame con il cinema è come un buon vino: è maturato nel tempo, diventando sempre più ricco e complesso.
Crescendo in campagna negli anni '70, il cinema era un lusso raro, un evento speciale che tutta la famiglia aspettava con trepidazione. Ricordo ancora l'emozione di quelle serate: era come se il grande schermo ci aprisse una finestra su mondi lontani e avventure incredibili. “Per un pugno di dollari” e “Duello nell'Atlantico” non erano solo film, erano esperienze che ci facevano sognare e discutere per giorni.
Con il passare degli anni, la mia passione per il cinema è cresciuta di pari passo con quella per la cucina. Ho scoperto registi come Tarantino, Spielberg, Leone, Monicelli e Fellini, e ho iniziato a vedere paralleli tra il loro lavoro e il mio. Come loro compongono scene e inquadrature, io compongo piatti e menu. La creatività di Fellini, per esempio, mi ha ispirato a osare di più nelle mie creazioni culinarie.
Ma il legame più profondo tra cinema e cucina l'ho scoperto attraverso film come 'Ratatouille' o 'Il pranzo di Babette'. Questi film mi hanno fatto capire che un piatto, proprio come un film, può raccontare una storia, evocare emozioni, trasportare chi lo assaggia in un altro luogo e tempo.
C'è poi un aneddoto personale che lega indissolubilmente la mia vita al cinema. Mio figlio Fabrizio, cresciuto tra i fornelli e le videocassette, ha scelto di seguire la sua passione diplomandosi alla Scuola Nazionale di Cinema del Centro Sperimentale di Cinematografia dell'Aquila. Oggi è un giovane regista, e spesso scherziamo sul fatto che, mentre io dirigo una brigata in cucina, lui dirige una troupe sul set.
Essere qui a Venezia è come chiudere un cerchio. Da bambina sognavo davanti al grande schermo, oggi i miei piatti sono serviti alle star che quel grande schermo lo animano. E chissà, magari un giorno collaborerò con mio figlio per un documentario sulla cucina abruzzese. Dopotutto, sia il cinema che la cucina hanno lo stesso obiettivo: nutrire l'anima delle persone."
Antonella D’Alfonso, in occasione di questa sua partecipazione, coglie l’occasione per ringraziare BIO LAB-X per averla supportata in questa collaborazione e per seguirla sempre nella creazione dei suoi contenuti che narrano le sue esperienze e la sua storia.