È con qualche brandello mancante del tricolore, strappato dalla pandemia, e con qualche sentimento di dubbia fiducia nei prossimi tempi che verranno, che l’Italia si presenta all’altare della celebre giornata del  2 Giugno. 

Giornata, che seppur commemorativa di tanti aspetti,  che hanno reso nel tempo, sempre più pacifico e democratico lo stivale, concede e non vieta alla memoria storica, e per chi è avanti negli anni, di rivivere il quel che è stato in passato.

 Il ventennio fascista, vigoroso nell’aver cicatrizzato la memoria della opinione pubblica, in ricordo di quella generazione che ha poi tanto sperato nella evoluzione socio-politica del paese, trovava formale abrogazione, alla risposta popolare della scelta della forma di governo Repubblicana. 

 Era il 3 Giugno 1946, quando i giornali ne annunziavano la vittoria alle elezioni, garantita dalla preferenza di circa 12 milioni di voti, contro i 10 milioni invece convogliati alla Monarchia. Furono poi i principali partiti Dc, PC e PS a colorare la scena politica dell’Italia che sarebbe di li a poco ripartita con l’entrata in vigore della Costituzione nel 1948, e quella crescita globale che perlomeno fino agli anni ‘90 sembra avere assunto forma costante, anche se con un Sud in parte povero.  Un ricordo che come già annunciato, mette in luce anche una evoluzione in termini di partecipazione politica, finalmente concessa pienamente all’universo femminile; intrinseca inoltre la forte volontà di voltare le spalle ai forti nazionalismi, ponendo le basi per quella che è stata la sua evoluzione fino ai giorni nostri.

In queste ore, a  Roma, al 75° anniversario della Festa della Repubblica, non è venuto a mancare il gesto d’omaggio del Presidente Mattarella al Milite Ignoto, che ricorda i caduti ed i dispersi in guerra italiani, con la deposizione della corona d’alloro; sopra all’altare della Patria, volate le frecce tricolori della Pattuglia Acrobatica Nazionale, già ieri in prova in vista dell’evento; alla cerimonia anche il primo ministro Mario Draghi, e i presidenti delle camere Fico e Casellati.

Il messaggio del Presidente è stato il seguente: 

«Il voto della Repubblica, consentì all’Italia di intraprendere il percorso della Democrazia, del progresso sociale e dello sviluppo».

 Un messaggio che non deve certamente far dimenticare il passato, un messaggio che deve tener conto del passato, al fine di progettare un domani nuovo, un domani anche del post-pandemia. Post-pandemia che al contempo dovrà ridimensionarsi alla risoluzione di importanti tematiche strutturali.

Per citarne alcuni, il processo ex-ILVA, l’aumento, seppur lieve, della disoccupazione, “l’asse” internazionale Italia-Libia sulla questione dell’immigrazione, la campagna vaccinale che procede costantemente, raggiungendo la quota di circa 35 milioni di somministrazioni.

Quindi, una Italia che celebra un 2 Giugno accompagnato non solo dalla memoria, ma da progetti che formeranno continuamente nuova dimensione di vita degli stessi italiani.


Crediti immagine: Quirinale. Sergio Mattarella in occasione della deposizione di una corona d’alloro all’Altare della Patria per la Festa Nazionale della Repubblica