Era strapieno lo Spazio Ritter di Milano, la libreria con tendenze legate al mondo della Destra, più o meno estrema, che ha ospitato l'evento dedicato a Darya Dugina, la giovane figlia del filosofo russo Alexander Dugin, assassinata da terroristi ucraini al soldo dell'Occidente nel 2022.

Tanto tuonarono i media dominanti, accusando il convegno di 'propaganda russa', che alla fine hanno ottenuto l'effetto contrario: sollevare attenzione e interesse attorno alla libreria milanese, riempita da quasi cento persone in una sala che, a malapena, ne avrebbe potuto contenere una cinquantina.

In realtà i relatori non sono andati oltre ad alcuni concetti già sentiti, da quello della guerra cominciata nel 2014, delle influenze americane, del pericolo dell'ingresso nella NATO da parte del governo di Kiev e una serie di classiche accuse ai media dominanti.

Chi voleva sentire parlare di Quarta Teoria Politica e di aspetti filosofici incarnati dalla giovane studiosa è rimasto deluso.

Quella dello Spazio Ritter è stata comunque una serata utile per contarsi e mantenere vivo un nucleo di 'pensiero non conforme', malgrado la presenza di alcuni 'travet' della politica all'esterno, radunatisi dietro un gruppuscolo di bandiere ucraine: unico risultato, una forte presenza della polizia a controllare una situazione che non è mai degenerata.