Negli Stati Uniti la FCA (Fiat Chrysler Automobiles) è attualmente sotto inchiesta da parte della magistratura e della SEC (Securities and Exchange Commission), l'autorità per il controllo della borsa, equivalente alla nostra Consob, per presunta frode nei confronti degli azionisti.

La notizia, inizialmente diffusa da Bloomberg cui era stata rivelata da due fonti anonime, è stata confermata dall'azienda, che in un comunicato di ieri lunedì fa sapere che Fiat Chrysler collabora pienamente con le autorità.

L'accusa nei confronti della FCA è di aver trascritto nei bilanci annuali e trimestrali cifre gonfiate in merito alle vendite.

L'indagine fa seguito ad una causa promossa nel gennaio di quest'anno da due concessionarie della zona di Chicago, appartenenti al Napleton Automotive Group, secondo le quali l'azienda avrebbe pagato i concessionari perché gonfiassero il numero di auto vendute.

Secondo l'accusa dei concessionari, nel giugno 2015 un'area manager della FCA dell'Illinois chiesa ad una concessionaria di aumentare il numero di auto vendute di 40 unità, in cambio di ventimila dollari che sarebbero stati accreditati sotto forma di contributo pubblicitario.

La cifra sarebbe stata poi corretta all'inizio del mese successivo, prima che scattassero le garanzie.

La causa promossa dai concessionari fece seguito ad un mese, quello di dicembre 2015, in cui l'azienda vantò il miglior risultato in termini di vendite negli Stati Uniti, in 90 anni di storia, con ben 215.527 veicoli venduti.

Lo scorso 11 luglio procuratori federali si sono presentati alla sede centrale di FCA, a Auburn Hills, in Michigan. Ai dipendenti è stato consigliato di consultare un legale prima di parlare con gli inquirenti. L'indagine si è estesa anche agli uffici della California e a quelli di Dallas, in Texas, e di Orlando, in Florida. L'FBI ha perquisito anche le abitazioni di nove manager dell'azienda, quelli direttamente responsabili dei rapporti con i concessionari.

Fiat Chrysler, in risposta alle accuse, ha sempre sostenuto che nei suoi bilanci le vendite si riferiscono ai veicoli consegnati ai concessionari e a clienti diretti e non al numero di quelli venduti ai consumatori finali.

Comunque, a partire dal mese di aprile di quest'anno, in ogni bilancio è stata aggiunta una dichiarazione, intesa a chiarire le modalità di calcolo delle vendite di veicoli.

La notizia dell'inchiesta potrebbe indubbiamente arrecare grave danno a Fiat Chrysler. Nel 2016 le azioni hanno subito un ribasso del 29%. Nella mattinata di stamani, sulla borsa di Milano, si è registrato un ribasso del 3,87%.