Il possibile cigno nero del mercato delle criptovalute
Tether (USDT) è la terza criptovaluta per capitalizzazione, nonché la maggiore stablecoin, ospitata su svariate blockchain, tra cui Ethereum e Bitcoin. I suoi token, emessi dalla società di Hong Kong Tether Limited e controllata dai proprietari di Bitfinex, offrono la garanzia di essere convertiti in qualunque istante in dollari. A differenza di UST, la stable dell’ecosistema TERRA-LUNA che ha perso la parità con il dollaro a causa del fallimento dell’algoritmo sottostante, Tether ha un collaterale che ne garantisce la parità. Ciò significa che il bilancio della società è costituito dal passivo composto da USDT e una piccola parte di capitale e dall’attivo composto da titoli più o meno rischiosi che la società acquista con i capitali ricevuti dagli acquirenti della stable. In poche parole, Tether emette una stable e con il capitale ricevuto compra titoli guadagnando dagli interessi che questi generano, garantendo contemporaneamente la convertibilità con il dollaro a vista. Il tutto svolto in un mercato non regolamentato.
La SEC, occupandosi della stabilità dei mercati, chiede a Tether un report trimestrale relativo alle riserve che questa detiene, aumentando la trasparenza dell’attività svolta. In particolare:
· RISERVE Q4 2021: dei 78,5 MLD di token emessi, solo il 5% dei capitali ottenuti in contropartita era in cash o depositi bancari. Oltre l’80% del totale era investito in titoli di stato a breve termine ed in commercial papers. Il restante era investito in investimenti più rischiosi, quali corporate bond o addirittura altre criptovalute (più del 6% del totale). Il capitale ammontava a circa 57 milioni di dollari.
· RISERVE Q1 2022: 82MLD di token emessi ed il cash e depositi bancari detenuti sono addirittura in discesa, attestandosi poco sotto il 5%, rimanendo pressoché invariate le altre voci, tranne una diminuzione dei commercial papers a favore dei bond del tesoro americano a 3 mesi.
Stando ai report, la copertura esiste. Il problema è che forse non tutti i miliardi investiti sono o saranno prontamente liquidabili e soprattutto liquidabili alle condizioni esposte in bilancio. Il CEO della società afferma di essere riuscito nell’impresa di rimborsare tutti i clienti alla pari. Tuttavia, gli investimenti posseduti sono tutti soggetti a svalutazione a causa della salita dei tassi, al 31/03/2022 erano ancora presenti circa 5MLD di dollari investiti in criptovalute, che non se la stanno passando bene.
Dato che mi piace osservare i mercati ed i dati che questi ci lasciano, credo sia opportuno notare come la capitalizzazione di mercato di USDT stia scendendo fortemente da quanto è avvenuta l’implosione di TERRA-LUNA. Quel giorno il mercato fu chiaro, in figura è mostrato l’andamento di mercato della coppia USDT/USD la quale dovrebbe quotare 1$. Perse temporaneamente il PEG anche lei. Ciò che risulta curioso è che le stable di Circle (USDC) e di Binance (BUSD) si mossero in direzione opposta, mostrando deflussi da Tether verso quest’ultime due stable.
Osservando l’andamento delle capitalizzazioni di mercato delle tre principali stable nell’ultimo anno, si nota come, durante le prime fasi del crollo del mercato cripto, i capitali venivano spostati dagli asset-digitali verso le stablecoin, fungendo queste da una specie liquidità. Il giorno in cui la stable di LUNA perse il PEG, Tether non ha fatto altro perdere quote di mercato passando da oltre 80MLD di capitalizzazione a 66MLD, a differenza dei BUSD e USDC verso le quali continuano ad aumentare gli afflussi di capitale.
Sia chiaro, non voglio fare allarmismi. Trovo curiosa questa correlazione che ovviamente non è detto che ne sia la causa. Ma unendo i puntini sembrerebbe che il mercato non veda di buon occhio Tether e chissà, potrebbe forse essere il cigno nero del mercato delle criptovalute.