Digito su Google per delle ricerche personali la parola “molestia” e tutti i risultati parlano di “Gigio Donnarumma”, 18 anni, promessa del calcio italiano in forza al Milan e alla Nazionale di calcio.
Mi soffermo a leggere meglio e tra le righe scopro che il suo procuratore, Mino Raiola, avrebbe svelato che i dirigenti del Milan hanno fatto e fanno pressioni psicologiche sul ragazzo, e così si giustifica il termine “molestia”.
Qui non mi dilungo a parlare dell'ingaggio astronomico nonché fantascientifico di Donnarumma, perché mi gira la testa, mi soffermo però sul processo mediatico che anche ancora una volta siamo riusciti a creare, con la sentenza dei tifosi che hanno condannato i "capricci" del ragazzo che adesso vorrebbe cambiare aria ed abbandonare il Milan alla mestizia di un'ennesima stagione senza gloria.
Credo che i giovani vadano supportati e sopportati, credo che un ragazzo di 18 anni, debba avere accanto persone che sappiano abbracciare le fragilità che ogni personaggio pubblico ha, ricordandoci che prima di esser campioni sono comunque persone.
Un giovane deve essere di esempio per gli altri giovani. Il calcio è fatica mentale e fisica, perché stima e rispetto devi guadagnarla dentro e fuori dal campo. Credo che il calcio non sia solo lusso, feste.
Ai media che hanno creato il titolo per vendere più copie vorrei dire, che le molestie sono questioni serie, pesanti, che portano fino alla depressione, all'annullamento di un individuo.
Riformuliamo, pertanto, il modo di comunicare e lasciamo ai giovani il tempo di vivere la loro età, con la consapevolezza che occhi di bimbi speranzosi li stanno guardando.