"Mentre noi avanziamo una proposta per alzare gli stipendi a 4 milioni di lavoratori, la destra deposita un emendamento in Commissione lavoro per sopprime la nostra proposta di salario minimo a 9 euro l'ora.Meloni, Salvini e Tajani sono nemici dei lavoratori. È più forte di loro, non c'e storia.Fare la guerra ai poveri è lo sport preferito dalla destra di questo Paese. Indecenti. Deve essere chiaro agli italiani: da una parte c'è chi vuole alzare gli stipendi e dall'altra chi vuole che i lavoratori vengano sfruttati".

Così Nicola Fratoianni, di Sinistra Italiana ha commentato la scelta della maggioranza di centrodestra, in commissione Lavoro alla Camera, di depositare un emendamento soppressivo alla legge sul salario minimo.

Una scelta spiegata dalla maggioranza in questi termini:

"Nonostante le numerose audizioni svolte in commissioni, la maggior parte delle quali hanno espresso contrarietà a un salario minimo regolato per legge, le opposizioni hanno preferito fare di un tema così importante un totem di propaganda in vista dell’estate, ponendo un muro sulla proposta da noi avanzata di una discussione a 360 gradi sulla contrattazione, il welfare aziendale e lavoro povero da avviare a settembre. Pertanto ci siamo visti costretti a procedere in questo senso e continuare nel lavoro avviato, da maggioranza e governo, su provvedimenti che hanno già dato i loro frutti – come il taglio del cuneo e il dl lavoro – e quelli che tra qualche giorno arriveranno in parlamento come il prossimo disegno di legge lavoro. Il tema dei salari è nell’agenda politica del centrodestra e stiamo lavorando per dare risposte adeguate e non solo strumentali ed inattuabili". 

Contrarietà a un salario minimo regolato per legge, totem di propaganda in vista dell’estate, costretti a procedere in questo senso nel lavoro avviato su provvedimenti che hanno già dato i loro frutti come il taglio del cuneo e il dl lavoro...

Argomenti, quelli elencati dalle "fondi della maggioranza" cui si deve la nota, più che strampalati, visto che il taglio del cuneo fiscale, specialmente per i salari più bassi si riduce a poco più che una mancia mentre il dl lavoro avrebbe dovuto esser definito il dl precariato... 

Questo il commento di Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 stelle: 

"Il centrodestra di Giorgia Meloni si è precipitato a presentare in Commissione Lavoro un emendamento per bocciare la nostra proposta di salario minimo che migliorerebbe gli stipendi di quasi 4 milioni di lavoratori. Uno schiaffo a giovani, donne e uomini che non arrivano a fine mese.Non hanno fatto ancora nulla, invece, per cancellare la vergognosa decisione dello scorso 5 luglio di ripristinare i vitalizi in Senato.Vi è chiaro? Salario minimo no, vitalizi massimi sì.Noi continueremo a oltranza e senza sconti la nostra battaglia per il salario minimo in Aula. Ma continueremo anche la nostra storica battaglia contro i costi della politica: dopo avere evitato che l'adeguamento degli stipendi per i capigruppo - che noi non prenderemo - fosse a carico degli italiani, abbiamo presentato altri due ordini del giorno alla Camera che verranno messi in votazione giovedì prossimo in occasione dell’approvazione del bilancio: uno per scongiurare aumenti degli stipendi dei deputati e, anzi, per ottenerne la riduzione; l'altro per evitare che si ripeta alla Camera lo scempio sui vitalizi di qualche giorno fa al Senato.Noi abbiamo un'altra idea della politica. Ad esempio quella che suscita la reazione soddisfatta di dirigenti scolastici e studenti che nelle scorse settimane, in un momento di grande difficoltà, hanno ricevuto 1 milione di euro in computer e attrezzature informatiche pagate con i soldi delle indennità a cui i parlamentari del M5S hanno rinunciato".

Questa è la nota di Maria Cecilia Guerra, responsabile Lavoro nella segreteria nazionale del Pd:

"La maggioranza propone, con l’arroganza dei numeri di cui fa ormai quotidianamente una esibizione muscolare, un solo emendamento soppressivo alla proposta delle opposizioni sul salario minimo e sulla estensione a tutti i lavoratori e a tutte le lavoratrici (dipendenti, parasubordinati e autonomi) del trattamento economico complessivo previsto dalle organizzazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative. Una chiusura a qualsiasi possibilità di confronto democratico assolutamente inaccettabile, non verso l’opposizione, ma verso il Paese. Non ci arrenderemo a tanta prepotenza". 

Hanno uno strano senso del patriottismo i (post) fascisti di Giorgia Meloni che tolgono ai poveri per dare ai ricchi... ma se agli italiani va bene così...