"Francesco deve ogni giorno condannare la guerra e le sue atrocità, stare vicino ai popoli sofferenti. Ma non ha ancora censurato nel nome di Cristo espressamente la Russia, né l’Iran, il cui regime sta commettendo crimini contro l’Umanità meno mediatizzati della guerra russo ucraina, ma devastanti. Molti aspettano questa condanna dalla cattedra di Pietro. 

Sempre meno fedeli ai riti sacri, seminari quasi vuoti a ogni latitudine, conventi deserti e il visibile problema universale della riconversione degli edifici sacri.

Uno studio prevede che nei prossimi anni la metà delle chiese della Germania dovrà chiudere. Nel 2021 400 mila cattolici hanno lasciato la Chiesa tedesca: è un record di sempre, secondo quanto scrive Giulio Meotti su “Il Foglio”.

La Francia non sta meglio: nei prossimi dieci anni 9.500 chiese saranno distrutte, vendute o abbandonate. A Bruxelles un terzo delle chiese passeranno di mano e saranno sconsacrate.

Una delle più note e profonde studiose e pensatrice cattoliche, la francese Chantal Desol, ha scritto un libro-bomba, pubblicato ora anche in Itala da Cantagalli e intitolato “ La fine della cristianità e il ritorno del paganesimo”.

E’ allieva del filosofo Julien Freund e membro della “Cupola” della cultura francese, che studia le scienze morali e politiche. E non usa mezzi termini per definire come agonia la fine del cristianesimo, “non una morte improvvisa”, ma un eterno processo che sta svuotando una era durata secoli e secoli.
In Italia da cinquant’anni le vocazioni sono diminuite del 60 per cento: dai 6337 seminaristi del 1970 siamo passati ai 2103 del 2019.

Oggi in Italia i presbiteri sono 1800 e l’età media del clero è tale quale la si vede in giro per le parrocchie italiane, dove preti anziani e stanchi sono costretti a “coprire” più parrocchie, trasformandosi più in funzionari della Chiesa che in “padri”, come vorrebbe il Vangelo.

Il processo di dimissioni dallo stato presbiterale è oramai inarrestabile e innesca anche una specie di colossale revisione di quanto avviene nei seminari. Qui si dovrebbero formare i futuri preti, capaci di diventare pastori. Invece vi si incontrano enormi difficoltà nella formazione . E’ una critica che può anche riguardare il passato, ma nei tempi moderni diventa un emergenza tanto forte che c’è chi suggerisce di abolire i seminari e di studiare altre forme per istruire i preti".



(Dati da un articolo di Franco Manzitti in blizquotidiano.it)