Nel rapporto semestrale di giugno relativo al 2020, il primo per l'anno corrente di quelli in cui abitualmente l'OCSE analizza tendenze e prospettive economiche future a livello globale, la pandemia la fa da padrone.

I dati principali che riassumono i punti chiave del  rapporto, oltre a ricordarci quello che già sappiamo, cioè che la pandemia da Covid-19 è una crisi sanitaria globale senza precedenti che ha scatenato la più grave recessione economica degli ultimi 100 anni e sta causando enormi danni alla salute, al lavoro e al benessere delle persone, fa anche delle previsioni sugli scenari futuri conseguenti all'emergenza.

Ne sono stati identificati due: uno prevede una seconda ondata di infezioni entro la fine del 2020 con conseguenti nuovi periodi di confinamento, l'altro prevede che un altro grave focolaio venga evitato.

Quali sarebbero le conseguenze se si verificasse la prima ipotesi? 

La produzione economica mondiale precipiterebbe in media del -7,6% a fino 2020, per poi risalire del 2,8% nel 2021. Il tasso di disoccupazione OCSE raddoppierebbe, fin quasi al 10%, con una scarsa ripresa dell'occupazione entro il 2021.

Invece, nel caso in cui una seconda ondata venga evitata, quest'anno il Pil a livello mondiale scenderebbe del -6% e il tasso di disoccupazione OCSE salirebbe al 9,2% rispetto al 5,4% registrato nel 2019.

Naturalmente, gli standard di vita a cui siamo abituati peggiorerebbero meno in mancanza di una seconda ondata, ma andranno comunque persi almeno 5 anni di crescita economica.

In pratica, l'OCSE ci dice che comunque andrà, andrà sempre male... ma se siamo fortunati, andrà però meno peggio del previsto. Allegria!

Per quanto riguarda l'Italia, una seconda ondata della pandemia avrebbe come conseguenza un diminuzione del Pil del -14%, rispetto al -11,3% previsto dall'OCSE a fine 2020 nel caso la pandemia non colpisca nuovamente il nostro Paese. 

Uno scenario che stavolta non ci vede soli, dato che sugli stessi livelli, troviamo Regno Unito, Francia e Spagna, mentre per la Germania la caduta del Pil dovrebbe oscillare per quest'anno tra il -6,6% ed il -8,8%.

Che cosa possono fare nel frattempo i vari governi secondo l'OCSE? Investire nella salute, sostenere la transizione, pianificare la ripresa. Come? Con il tramite di investimenti pubblici, ma ciò finirà comunque per peggiorare il rapporto deficit/Pil.

Insomma, comunque andrà, andrà male. E questo ormai lo avevamo già capito.



Ai seguenti indirizzi è possibile leggere il rapporto OCSE
www.oecd.org/economic-outlook/june-2020/
www.oecd-ilibrary.org/economics/oecd-economic-outlook/volume-2020/issue-1_0d1d1e2e-en