Continua, ossessiva, la campagna social e non solo del presunto ministro dell'Interno Matteo Salvini contro chiunque non plauda alla sua propaganda, ultimamente rivolta per lo più nei confronti dei migranti... in attesa di nuovi nemici all'orizzonte.

Il ministro è definito presunto perché nel suo profilo social - ma solo in relazione a quello su Facebook - è impegnatissimo a scovare tutto ciò che dicono di lui, conveniente o sconveniente che sia, commentando in senso positivo o negativo le varie notizie, ed invitando poi i suoi "seguaci" ad applaudire o a indignarsi a seconda dell'occasione.

Questa è l'attività principale del ministro dell'Interno... su Facebook. Considerando che il soggetto ha anche altri profili social - almeno su Twitter e Instagram - e che buona parte della settimana è in giro a fare promozione, come segretario del suo partito, per i candidati leghisti al secondo turno delle amministrative 2018, ma quanto tempo riserva al "suo" lavoro di ministro dell'Interno?

Nessuno dei suoi entusiasti amici che si indigni per questo? Eppure viene pagato anche per fare il ministro e non per raccogliere consensi per il suo partito insultando le organizzazioni non umanitarie, definite vice scafisti, che compiono la loro opera di salvataggio in mare in base alle direttive fornite dal suo stesso ministero ed in collaborazione con la Marina e la Guardia Costiera italiane, e minacciando la chiusura dei porti italiani nonostante tale decisione spetti al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

E questo dovrebbe essere il cambiamento promesso dal nuovo governo?