Il tiro a segno per le scuole? Caro Giannini fu il Pd a proporlo nel 2007
Che Massimo Giannini, direttore del quotidiano La Stampa, non sia un giornalista imparziale pare cosa scontata come l'alternanza del giorno e la notte. Evidentemente l'irascibile direttore del quotidiano torinese, certo non soddisfatto del calo di vendite costante del giornale, non trova di meglio che provare la carta dello scoop, ovviamente sempre a scapito di esponenti del governo Meloni (che inutile a dirsi certo lui non gradisce), per provare a rilanciarsi e superare la Repubblica, verso la cui direzione da sempre aspira. Ma quello accaduto stamane sulla prima pagina del giornale con le presunte rivelazioni che avrebbe fatto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, e tra i più fedeli ed ascoltati consiglieri della premier, Giovan Battista Fazzolari, a margine di un incontro istituzionale con il premier etiope, potrebbe tramutarsi in un clamoroso autogol per il 61enne giornalista romano.
La questione è quella che riporta l'inviato del giornale torinese Ilario Lombardo, secondo cui una fonte gli avrebbe rivelato l' intenzione del sottosegretario, di portare la disciplina del tiro a segno nelle scuole, come materia di insegnamento. Una proposta certamente bizzarra e che sembrerebbe davvero singolare per chi conosce il sottosegretario Giovan Battista Fazzolari. Un uomo certamente di parte e che ha avuto in passato anche posizioni a volte controverse, ma che da sempre viene apprezzato dalla premier, proprio per il suo acume e la sua capacità di trovare le soluzioni giuste anche di fronte a situazioni assai complicate.
A rafforzare la tesi del giornale torinese ci sarebbe la nota passione del sottosegretario per la pratica del tiro dinamico sportivo (e non per il tiro al volo, disciplina completamente differente e già questo volendo potrebbe apparire come una bella dissonanza). Un hobby come un altro che Fazzolari svolge, sempre meno, visto il suo impegno costante a Palazzo Chigi, ma che certamente non può rappresentare una colpa o una cosa di cui vergognarsi. Il quotidiano che già da tempo sembra aver messo sotto tiro il fedelissimo della Meloni, ha evidentemente provato a far due più due e considerando la passione privata di Fazzolari per il tiro dinamico sportivo, disciplina sportiva olimpica e in cui il nostro paese da anni eccelle a livello sportivo, ha probabilmente considerato che la rivelazione potesse essere verosimile e ha sparto la notizia in prima pagina.
La smentita del sotto segretario meloniano è stata netta e chiara, fin dalla mattina e rilanciata da tutte le agenzie di stampa, a cui è seguita anche un avviso di pronta querela per Giannini e per il quotidiano, ma ormai la bomba era esplosa e le opposizioni non hanno perso tempo ad attaccare il membro del governo. La vicenda appare comunque la si guardi come poco chiara già nella forma oltre che francamente piuttosto bislacca e impraticabile nella sostanza, perché non si capisce come ad un sottosegretario di governo, possa mai venire in mente di parlare con un generale dell'esercito sulla possibilità di inserire corsi per i ragazzi a scuola, materia che solitamente non dovrebbe competere all'Esercito o alle forze armate.
Inoltre appare assai strano che una questione così delicata possa venire posta, a margine di un evento ufficiale, in presenza di giornalisti e ospiti stranieri di rilievo. Infine non si capisce davvero come il governo possa mai avanzare una simile proposta (fermo restando che già molti giovani over 14 anni praticano il tiro sportivo dinamico nei poligoni da 15 anni sia come hobby che a livello sportivo) che sarebbe oltretutto difficilissimo da mettere in partica sia a livello logistico che di organizzazione scolastica. Infine una nota ai naviganti e a tutte le anime pure del Pd e dintorni, che ora puntano il dito accusatorio contro Fazzolari e Fdi. In realtà ci fu un ministro del pd a proporre davvero che il tiro a segno potesse essere inserito come pratica scolastica.
Nel 2007 il ministro dell’Istruzione Beppe Fioroni, Pd, sotto il governo Prodi, infatti, segnalò l’Unione tiro a segno tra le federazioni sportive cui le scuole potevano rivolgersi per le attività sportive e i giochi studenteschi. Anche all’epoca ci fu una polemica, ma niente a confronto di quello che sta accadendo ora, cui il ministro Fioroni replicò con una nota.
«Il tiro a segno è una delle 66 discipline olimpiche che dal 1968 costituiscono gli ambiti di gara dei Giochi Sportivi Studenteschi organizzati dal Coni insieme al ministero della Pubblica Istruzione e istituiti per promuovere discipline e valori olimpici. Delle discipline olimpiche, per la cronaca, fa parte anche il tiro con l’arco, senza che questo autorizzi a sostenere che la scuola addestra a fare la guerra tra indiani e cowboys».
Non si ricorda se allora il buon Giannini si sia stracciato le vesti per criticare il ministro di un governo che certo era sicuramente più gradito all'allora giornalista di Repubblica.