Preti sposati: nella dottrina cattolica non è cambiato nulla, nonostante il pontificato di Francesco e l’intenso dibattito che ha accompagnato il Sinodo dei vescovi sull'Amazzonia
Il punto in un libro, ripubblicato recentemente, di Giancarla Codrignani
Era uscito nel 2005, edito dalla cooperativa Com Nuovi Tempi. Il testo – L’amore ordinato. Dentro e oltre il celibato ecclesiastico – però era ormai introvabile, pur restando i suoi contenuti particolarmente attuali e dirompenti, specie all’interno del dibattito ecclesiale degli ultimi anni, reso possibile dalle aperture del pontificato di Francesco.
Si tratta dell’amore che un prete (o un religioso) costruisce con una donna. E oltre a una solida lettura teologica ed ecclesiologica, il libro si poneva dal punto di vista della donna, laica o religiosa, implicata in un percorso che poi, non di rado, non riesce a uscire dalla clandestinità, perché “lui” – il consacrato – non se la sente di compiere un passo che sancisca irrimediabilmente l’uscita dalla condizione di clericus o dallo status religioso.
Senza dimenticare le ragioni o i pretesti o le condizioni intrinseche alla struttura di potere maschile e patriarcale, per cui la Chiesa cattolica latina insiste nel mantenere di fatto indissolubili celibato e ministero presbiterale (con l’eccezione dei pastori anglicani che si fanno cattolici, e poi preti, pur essendo sposati, e dei preti cattolici di rito orientale).
La “notizia” della ripubblicazione di questo libro, fortemente voluta dal Coordinamento delle Teologhe Italiane, per i tipi della casa editrice Effatà (2020, pp. 160, €13,30) non è tanto nella forza e nell’attualità di ciò che scrive Codrignani, ma nel fatto che a 15 anni dalla prima uscita dell’Amore ordinato nella dottrina cattolica non sia cambiato nulla, nonostante il pontificato di Francesco e l’intenso dibattito che ha accompagnato il Sinodo dei vescovi sull'Amazzonia.