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Di Maio scopre l'esistenza di penali per il Tap, ma ai suoi ministri che chiedevano se esistessero non aveva mai fatto sapere nulla

Solo alla Camera i 5 Stelle hanno eletto in Puglia 28 deputati e ben 4 sono originari della provincia di Lecce. Ed in Puglia, i 5 Stelle avevano prospettato ai loro elettori la possibilità di chiudere l'Ilva e, per certo, avevano assicurato che il Tap via terra da Melendugno non sarebbe passato, nel caso fossero andati al Governo.

Ci avevano messo la faccia, su quella promessa, esponenti di primo piano dei 5 Stelle, a partire da Di Battista. Adesso, hanno cambiato idea.... ma non tutti.


"Sulla Tap il Ministro Costa sbaglia ancora. La mancata ottemperanza di varie prescrizioni risulta evidente. Confidiamo quindi nel lavoro della magistratura". Questa è stata la dichiarazione dei 5 stelle Sara Cunial (deputata), Saverio De Bonis (portavoce del Movimento al Senato) e Lello Ciampolillo (senatore) che il 19 ottobre scorso aveva pubblicato il seguente post...


Di Maio però corregge i suoi, come riportato dalle agenzie, con queste parole: "Da ministro dello Sviluppo economico ho studiato le carte del Tap per tre mesi. E sono voluto andare allo Sviluppo economico anche per questo.

Vi posso assicurare che non è semplice dover dire che ci sono delle penali per quasi 20 miliardi di euro. Ma così è, altrimenti avremmo agito diversamente.

Le carte un ministro le legge solo quando diventa ministro e a noi del M5S non hanno mai fatto leggere alcunché".

Ma Di Maio, è troppo indaffarato con la propaganda per ricordarsi tutto ciò che lui dice e tutto ciò che lui fa... figuriamoci poi se è in grado di ricordare cosa dicono e fanno gli altri esponenti.

Il primo problema che Di Maio cerca di dimenticare è che i 5 Stelle in campagna elettorale non hanno mai parlato di costi benefici in relazione al Tap... hanno sempre detto che l'opera andava bloccata... comunque.

Il secondo problema è relativo alla sua dichiarazione e a quella precedente di Conte. Se esistono queste penali, perché non averle mostrate prima visto che i 5 Stelle sono al governo del Paese da ben 5 mesi?

Il terzo problema, collegato al secondo, è causato dal Movimento No Tap che già il 12 settembre di quest'anno aveva pubblicato sul proprio sito un articolo in cui si informava che "alla richiesta di accesso agli atti, presentata un mese fa dal Prof. Michele Carducci assieme a un gruppo di cittadini e associazioni, per sapere sulla base di quali dati si parla di costi, benefici e penali per bloccare il Tap, hanno risposto tutti i ministeri, eccetto il Mise presieduto da Di Maio (che non ha risposto nonostante la richiesta ufficiale)."

Ma come! I No Tap, suoi elettori, chiedono a Di Maio di avere accesso agli atti e lui neanche gli risponde? Non solo... Di Maio dice che tali documenti esistono, ma ancora non li ha mostrati! Ma il contratto dell'Air Force Renzi Di Maio e Toninelli non lo avevano mostrato a tutti, denunciandone la scarsa convenienza? Ma non solo... il Mise da lui guidato non aveva risposto neppure agli altri ministri del Governo del cambiamento sul fatto che tali documenti esistessero o meno!

Ma i No Tap adesso vogliono chiedere conto ai 5 Stelle e al premier Conte del loro operato. Questa la nota ufficiale pubblicata oggi:

"A seguito delle dichiarazioni del Presidente del Consiglio Conte, il Movimento No Tap comunica il proprio sdegno, non solo per la decisione in sé per sé di autorizzare politicamente il gasdotto Tap, ma soprattutto per le argomentazioni insostenibili che vengono portate per giustificare tale decisione.

Il mantra delle penali e dei costi di rinuncia rappresenta la vergognosa conferma di come Tap sia stata pensata, sostenuta e giustificata grazie alla menzogna spudorata.

Il Movimento No Tap indice una mobilitazione generale al fine di scongiurare uno sprofondamento generale delle istituzioni, della società e del Paese nell’autoritarismo e nella sospensione dello Stato di diritto.

Non è tollerabile che in una democrazia il Presidente del Consiglio dichiari pubblicamente il falso sui costi di rinuncia all’opera, quando tutti i ministeri hanno dichiarato ufficialmente – a seguito della richiesta di accesso agli atti avanzata da cittadini e associazioni (c.d. FOIA) – che non esistono documenti relativi a un calcolo costi benefici. Di questo dovrebbero prendere atto tutti i parlamentari e i ministri che si erano dichiarati contrari all’opera fraudolenta di Tap, su cui indaga la magistratura per evidenti forzature e violazioni delle norme vigenti.

Ora ci si aspetta che tutti i parlamentari dei 5 Stelle, soprattutto quelli che hanno presentato esposti alla magistratura e che hanno rastrellato voti in nome della causa No Tap, alla prima occasione utile, presentino una mozione di sfiducia, aprendo di fatto una sacrosanta crisi di governo. Se ciò non avvenisse significherebbe che l’establishment che ha voluto l’opera tira ancora le fila di questo Paese, che l’attuale Governo è una prosecuzione di quelli che lo hanno preceduto e che basta proferire una menzogna per negare la realtà e sospendere lo Stato di diritto.

Questo Governo, come i precedenti vuole favorire la gigantesca lobby transnazionale che sta dietro a Tap, per questo incontrerà una durissima opposizione da parte delle comunità locali, sia nelle piazze che nelle aule dei tribunali, compresi quelli internazionali."

Per domenica, i No Tap hanno dato appuntamento a San Foca alle ore 10, presso il Lungomare Matteotti, per una manifestazione contro il Governo.

Autore Gino Tarocci
Categoria Politica
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