Un Mattarella in versione von der Leyen al 16° incontro dei Capi di Stato del Gruppo Arraiolos
Al Quirinale, questo mercoledì, il sedicesimo incontro dei Capi di Stato del Gruppo Arraiolos, il Gruppo “Uniti per l’Europa” - con i Capi di Stato di Italia, Bulgaria, Germania, Estonia, Irlanda, Grecia, Croazia, Lettonia, Ungheria, Malta, Austria, Polonia, Portogallo, Slovenia e Finlandia – che deve il proprio nome alla località dell’entroterra portoghese dove il 18 ottobre 2003 i Capi di Stato di Finlandia, Germania, Lettonia, Polonia, Portogallo e Ungheria si riunirono informalmente, su invito dell’allora Presidente portoghese Jorge Sampaio, per discutere delle problematiche europee.
L’eterogeneità di un formato che riunisce Paesi assolutamente diversi in quanto a dimensioni, situazione economica, collocazione geografica, e l’apprezzamento ricevuto, hanno fatto sì che negli anni il Gruppo si sia gradualmente allargato sino a raggiungere l’attuale dimensione.
L'intervento in apertura del vertice del presidente Sergio Mattarella, sembra una riproposizione di quanto dichiarato in precedenza dalla presidente della Commissione Ue nel discorso sullo Stato dell'Unione 2021.
"Nessuna costruzione - ha detto Mattarella - può sopravvivere mantenendo a lungo strutture edificate parzialmente con grandi lacune: queste ultime trascinerebbero nel vuoto anche le parti costruite. Credo che si possa dire che l’Unione non può restare nelle attuali condizioni: o si completa il suo edificio o si rischia che venga meno, con tutto ciò che ci ha consegnato, di pace, di diritti, di prosperità. Questa esigenza richiama anche la definizione di una politica estera comune e lo sviluppo congiunto di capacità nel settore di sicurezza e difesa. ... Il caso Afghanistan – come pochi anni addietro il caso, tuttora aperto, della Siria – ha plasticamente raffigurato una Unione incompleta che ha bisogno ineludibile di costruire – e aggiungo rapidamente – una propria autonoma credibilità nell’ambito delle relazioni internazionali".Pertanto, "la Conferenza sul futuro dell’Unione rappresenta una grande storica occasione. Non dobbiamo ridurla a uno scialbo momento di ordinaria amministrazione. Dovremo impegnarci – senza remore e senza temi intoccabili – per completare i tanti “cantieri aperti” della nostra integrazione. L’Unione Economica e Monetaria, l’effettiva capacità fiscale, un vero pilastro sociale".E sul Pnrr, il presidente della Repubblica ha fatto presente che "basterebbe la doppia transizione, verde e digitale, per comprendere che si tratta di un’impresa dalla quale scaturirà una Unione alla cui base sarà la sovranità condivisa. Questa è, del resto – a me sembra – l’unica strada per salvare e mantenere le nostre sovranità senza che divengano, se isolate, illusorie. ... Next Generation non è soltanto un piano di resilienza e ripresa ma un programma a lungo termine verso una doppia transizione, verde e digitale. Si tratta di costruire il nostro futuro. Next Generation è la strategia. Il percorso per realizzarlo è l’autonomia dell’Unione". "È ineludibile, quindi, definire quella che è stata chiamata la ‘bussola strategica’ per fare dell’Europa un attore protagonista e non un comprimario nella comunità internazionale... Accrescere le nostre capacità, fare dell’Unione un attore più credibile è importante per l’Europa e, vorrei aggiungere, lo è anche per gli Stati Uniti, in un mondo sempre più caratterizzato dal protagonismo di grandi soggetti internazionali. La presenza efficace tra questi dell’Unione Europea rafforza il rapporto transatlantico anche nel dialogo con gli altri interlocutori".