Malafede e vocabolario
Mi sembra possa definirsi quantomeno rozza e sconcertante la malafede con cui alcuni perseverano nello stravolgere il significato autentico di vocaboli comuni solo per distorcere la realtà nel confronto politico.
Eppure sembrerebbero persone, in apparenza acculturate, e non analfabeti per i quali potrebbe essere comprensibile e giustificabile l’attribuire un significato distorto ad un vocabolo non comune.
Tra l’altro si tratta di vocaboli della lingua italiana e non di termini inglesi che, solo per capriccio esterofilo, molti si incaponiscono ad utilizzare, non sempre a proposito.
Per questo, per non girare a vuoto alla ricerca di un significato autentico delle parole strapazzate da tempo ho cercato conforto in un classico: il Vocabolario Treccani della lingua italiana.
Così, ad esempio, ho avuta conferma che per “naufrago” si intende colui che, trovatosi in situazione di pericolo, ha fatto naufragio perdendo la vita o salvandosi perché oggetto di operazioni di ricerca e soccorso.
Quindi è da considerarsi naufrago chiunque sia stato soccorso e salvato non solo dalle unità delle Capitanerie di Porto o della Guardia di Finanza, ma anche dalle navi ONG. Questo a prescindere dal suo status, dal colore della pelle, dalla religione, dal sesso.
È frutto di una perversa ipocrisia, perciò, negare che anche un migrante possa trovarsi nella condizione di naufrago.
Ma è ancora più aberrante la malafede con cui molti ciarlatani definiscono e identificano tutti i migranti come “irregolari” senza averne prima verificato ed accertato il loro possibile status di rifugiati e, quindi, il loro diritto ad essere protetti ed a richiedere e beneficiare dell’asilo.
È ciò che prevede la “Convenzione di Ginevra del 1951”, sottoscritta anche dal nostro Paese, che all’Articolo 33 introduce il principio di “non-refoulement”, cioè del non respingimento di coloro che hanno diritto all’asilo.
Non posso fare a meno di concludere sbellicandomi dalle risa nel constatare che ad etichettare a priori come irregolari tutti i migranti siano proprio quegli stessi ciarlatani che si atteggiano a garantisti nel pretendere che qualsiasi delinquente sia da considerarsi innocente fino alla sentenza della Cassazione.
Che buffoni !