Negli Usa sono arrivate quasi a 39 milioni le domande per i sussidi di dispoccupazione
Ancora alto il numero delle domande relative ai sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti. L'ultimo dato disponibile, quello fino al 16 maggio, indica che le richieste sono state 2,438 milioni, comunque in linea con quello previsto dagli analisti.
Le domande, dopo il record di 6,867 milioni registrato il 28 marzo, son progressivamente diminuite, ma nonostante ciò anche il dato finale di maggio non fa ben sperare gli economisti americani.
Nello scorso mese di aprile, le richieste di sussidio per disoccupazione sono state 20,5 milioni, tanto che in soli 30 giorni sono andati in fumo i risultati di dieci anni di crescita dell'occupazione.
Dall'inizio delle misure di confinamento, finora sono state circa 38,6 milioni le persone che hanno perso il lavoro.
I guaio è che anche le grandi aziende, nonostante le riaperture, hanno annunciato l'intenzione di voler ridurre il proprio personale come ad esempio Uber che ha dichiarato di voler licenziare 3.000 dipendenti oltre ai 3.700 già mandati a casa, dopo il drammatico calo nella richiesta dei suoi servizi. E non va meglio neppure per l'editoria, come dimostrano gli esempi di Vice, Quartz, BuzzFeed e, addirittura, Conde Nast che hanno annunciato tagli al personale.
E se la gente non lavora, non ha soldi da spendere. Per questo l'economia ristagna. Così le previsioni di bilancio degli Stati Uniti per il secondo trimestre, periodo aprile maggio, indicano numeri da incubo, di gran lunga peggiori di quelli registrati durante la Grande Depressione.
Negli ultimi sondaggi, più di un quinto degli americani afferma di avere poca o nessuna fiducia nella capacità di pagare, il mese prossimo, l'affitto o il mutuo.