Intorno a mezzogiorno di questo martedì, Alarm Phone aveva anticipato la notizia di un possibile naufragio al largo delle coste libiche.
"La notte scorsa alle 3.30 circa - ha dichiarato la Ong - siamo stati contattati da una barca al largo della Libia, con a bordo circa 100 persone che, partite da Al Khums 3 ore prima, erano in grave pericolo. Urlavano e piangevano, dicendo che alcune di loro erano già morte.
Abbiamo tentato di ottenere la posizione GPS, ma i naufraghi erano nel panico e non sono riusciti a comunicarla.
La barca era molto vicina alla Libia, e non abbiamo potuto fare altro che informare le autorità libiche e quelle italiane. Temiamo che nessuno sia andato a soccorrerli.
Non siamo più riusciti a parlare con la barca. Alle 6 di mattina un parente ci ha chiamato preoccupato per le persone a bordo. Teme che siano morti. Non sappiamo cosa sia successo a questo gruppo di migranti. Speriamo che siano ancora vivi ma temiamo il peggio".
E così è stato.
Nel primo pomeriggio, Alarm Phone è riuscita a contattare le autorità libiche che hanno detto alla Ong di aver trovato il luogo del naufragio e circa 90 persone, molte delle quali morte.
Nelle ore successive, i contorni dell'ennesima tragedia si sono poi delineati. Pur essendo state trovate vive 65 persone, sono stati recuperati 5 corpi, mentre circa 40 persone risultano al momento disperse e, pertanto, da considerare anch'esse decedute.
L'ennesima tragedia di cui l'Europa non può non considerarsi responsabile.
E mentre apprendeva questa notizia, il soddisfattissimo ministro dell'Interno Matteo Salvini annunciava di aver firmato un divieto d'ingresso per la nave Eleonore della Ong Mission Lifeline, che ieri ha salvato 101 persone proprio davanti ad Al Khums, parlando di una ritrovata compattezza nel Governo, poiché alla sua decisione si erano accodati i ministri Toninelli e Trenta!