Esteri

Austin conferma che gli Stati Uniti hanno temporaneamente sospeso l'invio di armi pesanti a Israele

Con l'esercito israeliano che dal lato palestinese controlla anche il valico di Rafah, prosegue l'assedio con il conseguente genocidio nella Striscia ad opera dell'IDF. Anche oggi numerosi civili sono stati uccisi sia a Gaza City (nel nord) a seguito di un bombardamento nelle vicinanze di una moschea nel quartiere di Al-Tuffah, sia a ovest di Nuseirat (nel centro), sia a Rafah (nel sud) nei pressi  dell'ospedale kuwaitiano.

Pertanto, dove potrebbero rifugiarsi i gazawi cui l'IDF ha intimato di lasciare il sud della Striscia (perlomeno la parte che confina con Israele) è impossibile dirlo. Ma che può importare a Netanyahu, a Gallant, a Gantz, a Smotrich, ecc. che finora hanno ucciso decine di migliaia di persone? Diecimila più, diecimila meno... che differenza può fare?

Per questo, non bisogna neppure stupirsi di una nuova fossa comune all'interno dell'ospedale al-Shifa, a Gaza City, da cui finora sono stati recuperati 49 corpi. Le autorità di Gaza hanno ricordato che sono sette le fosse comuni trovate fino da oggi all'interno degli ospedali dell'enclave palestinese.

L'UNRWA, l'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi ha reso noto che non sono ancora arrivati a Gaza aiuti attraverso il valico di Kerem Shalom, di cui Israele aveva annunciato la riapertura. Kerem Shalom è il principale terminal merci di Gaza. Il valico di Rafah è un canale vitale per gli aiuti umanitari sin dall'inizio della guerra ed è l'unico punto di passaggio in cui le persone possono entrare e uscire.

"Non stiamo ricevendo alcun aiuto nella Striscia di Gaza. Nell'area del valico di Rafah sono in corso operazioni militari: ci sono stati continui bombardamenti in quest'area durante il giorno", ha scritto su X il vice direttore dell'UNRWA, Scott Anderson. "Né carburante né aiuti sono entrati nella Striscia di Gaza e questo è disastroso per la risposta umanitaria". 

Intanto, il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin ha confermato la sospensione temporanea delle spedizioni di armi pesanti verso Israele (le tristemente famose bombe Mark 84 da una tonnellata), a causa dei disaccordi sull'invasione di Rafah:

"Abbiamo chiarito fin dall'inizio che Israele non dovrebbe lanciare un attacco importante a Rafah senza rispettare e proteggere i civili. Mentre valutavamo la situazione, abbiamo sospeso una spedizione di munizioni pesanti", ha detto Austin. "Washington si oppone a questa operazione dell'esercito israeliano. Non è stata ancora presa alcuna decisione definitiva su come continuare a fornire munizioni [a Israele]".

Per quanto riguarda i colloqui sul cessate il fuoco al Cairo, mentre il direttore della Cia ne ha discusso con Netanyahu a Tel Aviv, Hamas accusa il premier israeliano di aver fatto carta straccia dei passi avanti che faticosamente erano stati raggiunti.

Autore Giuseppe Ballerini
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