Ricordando, nel suo discorso al Quirinale in occasione della Giornata della donna, la nuova legge sulla famiglia che vide la luce appena un anno dopo lo scontro referendario sul divorzio, il presidente della Repubblica Mattarella ha detto che allora il Paese si divise... in maniera accesa: «Ma in Parlamento, dopo soltanto pochi mesi, vi fu la capacità di raggiungere un compromesso alto, su materia fondamentale, con una normativa di grande valore e qualità.

Le donne, nella guida di questo processo politico di avanzamento, hanno saputo tenere ben in vista gli interessi generali, anche quando le dinamiche dei partiti inducevano alla contrapposizione e al conflitto. È un grande merito storico.

Questa è stata una vocazione ricorrente della politica al femminile. Le donne parlamentari hanno, spesso, all'occorrenza, saputo intendersi; e operare, impegnarsi, battersi insieme. Credo che questo rappresenti una lezione repubblicana.

Abbiamo ancora - e questo riguarda tutti - avremo sempre bisogno di questa attitudine; del senso di responsabilità di saper collocare al centro l'interesse generale del Paese e dei suoi cittadini.»

Come poter commentare le parole di Mattarella? Dicendo che il presidente della Repubblica si è richiamato alla classica saggezza dei motti popolari, "parlando a nuora, perché suocera intenda".

Avranno recepito, i vari partiti, il messaggio di Mattarella? Improbabile, anche perché continuano le dichiarazioni che fanno intendere che le cose vadano anzi in senso opposto.

Il Partito Democratico si è creato una legge ad hoc per poter governare con Forza Italia per tutta la legislatura, con Renzi che avrebbe dovuto fare il premier. Ma né FI, né PD hanno ottenuto i numeri sufficienti per dar seguito al piano.

Adesso, dopo aver fatto una campagna elettorale in cui i democratici si dichiaravano responsabili, a sentir loro gli unici in Italia ad esserlo, ecco che improvvisamente, dopo aver scoperto di non aver vinto, hanno detto che loro non giocano più perché gli italiani hanno detto che il loro posto è all'opposizione!

Una posizione assolutamente condivisibile, persino logica... se non fosse però sostenuta dal partito che ha voluto questa legge elettorale. Infatti, il Pd sapeva benissimo che avrebbe poi dovuto fare i conti col fatto di dover cercare delle alleanze dopo il voto. E che cosa dice il Pd dopo il voto? Noi stiamo all'opposizione e non ci interessa quel che gli altri faranno.

Una posizione che di responsabilità ne fa vedere poca e, oltretutto, fa pensare anche ad una notevole dose di contraddizione, visto che apre alla possibilità "teorica" di un governo addirittura tra Lega e 5 Stelle. Una bella mossa davvero da parte di coloro che hanno sempre detto di volersi opporre al populismo.

Ma non c'è da meravigliarsi dell'inadeguatezza politica del Pd di Renzi e della classe dirigente da lui scelta. La disfatta del Pd è, infatti, anche la disfatta personale di Renzi, della sua incapacità di comprendere che la politica non è solo potere o, perlomeno, non è solo lotta per il potere, ma anche servizio alla comunità. Invece, il politicante fiorentino ha sempre agito tenendo ben presente il suo destino e si è creato dei salvagente per evitare di cadere sempre in piedi. In questo momento, ha deciso che in futuro farà il "senatore semplice"... a cui gli affiancherà il compito, che lo vede particolarmente efficace, di "avvelenatore di pozzi".

Intanto, i vincitori delle elezioni, Lega e 5 Stelle dicono che saranno loro a governare, ma non dicono come e soprattutto con chi, visto che i numeri per farlo da soli non ne hanno. In tal senso, da registrare l'ultima dichiarazione di Salvini che si immagina già investito dell'incarico esplorativo per formare il nuovo governo che sembra aver sposato la linea dei 5 Stelle: chiedere la fiducia in Parlamento. Comunque, una dichiarazione interessante, che fa intendere che maggioranze non sembra in grado di formarne.

Ma in questo caso, sia che siano i 5 Stelle o che sia Salvini, Mattarella potrà mai accettare che quelle forze politiche vadano in Parlamento a chiedere la fiducia senza una maggioranza certa che sostenga il governo? E siamo sicuri che il presidente della Repubblica non spinga poi il Pd - altri partiti che possano fare da ago della bilancia non ce ne sono - a non scegliere tra centrodestra e 5 Stelle per far partire la legislatura?

Difficile prevedere come questa situazione possa evolversi, ma quel che sembra quasi certo è che qualunque cosa accada, il Pd sta dando forti segnali di aver ampie possibilità di continuare a farsi del male... da solo!