Il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, venerdì ha tramesso ai presidenti del Senato e della Camera la relazione finale del Gruppo di lavoro tecnico avviato dal precedente esecutivo per valutare gli eventuali sviluppi del progetto del sistema di attraversamento stabile dello Stretto di Messina.

Il documento analizza il contesto socio-economico e trasportistico, il contesto fisico e ambientale, il processo decisionale per la scelta delle infrastrutture di trasporto, le alternative progettuali e il sistema dei collegamenti alle reti stradali e ferroviarie, le valutazioni preliminari ed approfondimenti necessari per i sistemi di attraversamento stabile dello Stretto di Messina.

In breve, ne riassumiamo il contenuto.

La realizzazione del ponte sullo Stretto è giustificata dalla costituzione di "un corridoio multimodale passeggeri e merci" che aumenterebbe "l'utilità complessiva degli investimenti già fatti e in corso di realizzazione dell'intero sistema di mobilità interessato", tra cui "il nuovo tunnel ferroviario del Brennero, che costituisce proprio sul corridoio Scandinavo-Mediterraneo la più grande opera in realizzazione in Europa".

Inoltre, "un sistema di attraversamento stabile dello Stretto di Messina consentirebbe di realizzare una rete di collegamenti stradali e ferroviari interni al Mezzogiorno per aumentare la connettività interregionale, incrementando il mercato interno alla macroregione con rilevanti potenzialità di sviluppo di questa parte del Paese".

Il ponte "consentirebbe anche di aumentare notevolmente l'integrazione delle due città metropolitane di Reggio Calabria e Messina, che già oggi esprimono circa il 30% della domanda di attraversamento dello Stretto". Un'unica area metropolitana integrata dello Stretto, con i suoi 800mila abitanti, "costituirebbe un acceleratore di sviluppo più che proporzionale alla dimensione demografica".

Ma il ponte non si inizierà a costruire da domani, anzi...

"La valutazione formale della utilità del sistema dei collegamenti andrà definita al termine di un processo decisionale che preveda inizialmente la redazione di un progetto di fattibilità tecnico-economica, ovvero la redazione del documento di fattibilità delle diverse soluzioni tecniche possibili, da sottoporre ad un successivo dibattito pubblico". Valutazione che "dovrà essere effettuata anche sulla base di elementi di natura economico-sociale, trasportistica, territoriale e ambientale, e tramite il confronto delle diverse soluzioni alternative con una soluzione di riferimento che dovrà tener conto di tutti i miglioramenti dell'attraversamento dinamico dello Stretto di Messina in via di definizione".

Ma un progetto già esiste ed è costato pure una montagna di soldi...

La Commissione, però, oltre ad escludere l'attraversamento dello Stretto  con un tunnel sottomarino, ha lasciata aperta la strada anche a nuovi progetti. Infatti, tenuto conto "della complessità e dello stato di conoscenza delle problematiche sismiche, geotecniche, geologiche, ambientali e meteo-marine ad esso relative", la Commissione "suggerisce di sviluppare la prima fase del progetto di fattibilità limitando il confronto ai due sistemi di attraversamento con ponte a campata unica e ponte a più campate, anche ipotizzando diverse soluzioni progettuali per i collegamenti a terra e, nel caso del ponte a più campate, per la localizzazione e la struttura".

Per ciascuna tipologia di intervento "occorrerà considerare, nell'ambito della valutazione delle alternative, l'insieme dei costi dell'attraversamento e dei collegamenti stradali e ferroviari, poiché la scelta localizzativa ha significativi effetti sul sistema complessivo dell'attraversamento". Inoltre, "dovrebbe essere tenuta in considerazione anche l'importanza della garanzia della continuità dell'attraversamento stabile, senza interruzioni temporali, al fine di evitare il mantenimento di strutture e mezzi per l'attraversamento dinamico".

Comunque, la "soluzione aerea a più campate" è "potenzialmente più conveniente di quella a campata unica".

Ma se sul tipo di ponte qualche dubbio rimane, per il suo finanziamento le idee sono invece chiarissime...

Per la realizzazione del ponte sullo Stretto sarà "più efficiente finanziare il sistema di attraversamento interamente e trasparentemente a carico della finanza pubblica, anche in relazione ai benefici diffusi che l'opera ha sull'intero Paese". "Altro aspetto particolarmente rilevante appare la scelta del modello di finanziamento dell'intervento tra l'ipotesi di porre l'onere direttamente a carico della finanza pubblica (nazionale, e ove possibile, europea) o utilizzare capitali privati da remunerare nell'ambito di un rapporto concessorio successivo alla realizzazione dell'opera".

C'è pure la giustificazione "internazionale"...

Il Gruppo di lavoro tecnico per valutare gli eventuali sviluppi del progetto del sistema di attraversamento stabile dello Stretto di Messina ha "effettuato un confronto internazionale dei collegamenti realizzati con ponti e gallerie negli ultimi decenni". Da queste analisi "risulta chiaramente che, fra le grandi isole del mondo senza un collegamento stabile e confrontabili con il caso italiano, la Sicilia ha il potenziale di collegamento in termini di rapporto fra abitanti e distanza dalla terraferma più alto", mentre "esistono numerose isole che, pur possedendo un collegamento stabile, hanno potenziali di collegamento significativamente inferiori". 


La storia senza fine della costruzione del ponte sullo Stretto è iniziata decenni or sono e continua con alti e bassi che vanno ben oltre il paradosso, considerando che mentre si sono spesi centinaia di milioni di euro per non fare nulla, perché questo è quello che è accaduto, in Sicilia mancano strade, autostrade, ponti e cavalcavia per rendere la circolazione all'interno dell'isola minimamente efficiente, senza considerare che una buona parte della scarsissima rete ferroviaria presente nell'isola è anche a binario unico, fatto che aumenta i tempi di percorrenza di oltre il doppio. 

Ma il ministero dei Trasporti ritiene di dover discutere sull'ennesimo progetto di fattibilità di un'opera inutile.