La multinazionale dell'auto Stellantis, ha deciso per contrastare i rialzi dei principali prodotti di consumo di aiutare i propri dipendenti con un bonus anti-inflazione. Ma c'è un piccolo particolare, che ha suscitato perplessità, e cioè che il bonus sarà solo per i lavoratori francesi di Stellantis: che potrà essere fino a 1.400 euro in ottobre.

E agli altri dipendenti? L'azienda erogherà premi in funzione delle situazioni nei singoli Paesi, dove è presente, e degli aiuti messi in campo dai governi.

Nel caso dell'Italia, i dirigenti di Stellantis avvieranno trattative nelle prossime settimane sul riconoscimento di un bonus come forma di sostegno alla luce dell'impennata dei prezzi. Il confronto verrà avviato considerando che «ogni Paese è specifico, dal punto di vista della legislazione e dell'inflazione», precisa una nota del gruppo.

Questa decisione ha subito suscitato la reazione piccata del senatore di Fratelli d'Italia Giovanbattista Fazzolari, responsabile per il programma di Fratelli d'Italia e uno fra i principali collaboratori di Giorgia Meloni (secondo alcuni destinato quasi certamente a seguirla a palazzo Chigi), che in una nota ha invitato senza mezzi termini i vertici societari ad irradiare il bonus anche ai dipendenti italiani.

"FRATELLI D'ITALIA si augura che il bonus dato ai lavoratori francesi sia concesso immediatamente anche a quelli italiani. Una differenza di trattamento tra lavoratori italiani e francesi sarebbe ingiustificata e inaccettabile e confermerebbe i timori di un gruppo Stellantis sempre più attento alle richieste francesi anche a discapito degli stabilimenti e dei lavoratori italiani. Dispiace constatare il silenzio totale su questi fatti delle molte testate del gruppo GEDI, a partire da La Repubblica e La Stampa, collegato alla stessa proprietà di Stellantis" ha dichiarato il senatore Fazzolari.

Questa clamorosa decisione dimostra che i timori del partito di Giorgia Meloni erano assai fondati. D'altra parte il consiglio di amministrazione della casa automobilistica è a forte maggioranza transalpina, che oltretutto esprime anche l'amministratore delegato, mentre all'Italia è spettata la carica di presidente, che è più che altro una carica puramente  rappresentativa.

Inoltre, come fa notare un lungo e dettagliato dossier preparato dall'attivissimo centro studi di Fratelli D'Italia, guidato proprio da Fazzolari, nel gruppo il governo francese controllo il 6,5% delle quote e non il 6,2% come sembrava. Questa quota insieme a quella detenuta da Peugeot porta il totale del capitale azionario in mani francesi ad oltre il 15%, contro il 14,3% in mano al gruppo Exor. Insomma, un'operazione quella tra Fiat e Psa che appare sempre più un acquisto dei francesi verso uno degli ultimi grandi gruppi rimasti al nostro paese, e i risultati sul nostro tessuto economico e sociale cominciano a vedersi ora.