Politica

La conferenza stampa di Meloni: solo un accenno al ceto medio!

Il 9 gennaio 2025, nell'Aula dei Gruppi parlamentari della Camera dei Deputati, si è tenuta la tradizionale conferenza stampa di inizio anno del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, organizzata dal Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti e dall'Associazione stampa parlamentare.

L'incontro ha visto la partecipazione di oltre 160 giornalisti accreditati, che hanno posto numerose domande su temi di attualità e sulle prospettive del governo per l'anno appena iniziato.

Solo un accenno al ceto medio ma nessuna domanda ficcante, e di conseguenza nessuna risposta esaustiva, sulla stagnazione degli stipendi dei lavoratori italiani e sulla riforma previdenziale: quindi restiamo gli ultimi in Europa per quanto riguarda l'adeguamento delle retribuzioni al caro vita e siamo quelli che vanno in pensione più tardi di tutti nel Vecchio continente con un'età pensionabile a 67 anni più speranza di vita. Non una parola sulle infinite liste di attesa nella sanità pubblica, sulle bollette insostenibili per le famiglie e le imprese, sulle pensioni che volevano portare a mille euro e invece aumentano di 1,80 euro.

Tra gli argomenti trattati, la Presidente Meloni ha espresso soddisfazione per la liberazione della giornalista Cecilia Sala, sottolineando l'importanza del lavoro diplomatico svolto per il suo rilascio.

In merito alle riforme costituzionali, Meloni ha ribadito l'intenzione di procedere con determinazione, auspicando tempi rapidi per l'approvazione delle modifiche relative al premierato e alla giustizia.

Sul fronte economico, la Presidente ha affrontato il tema della competitività, evidenziando l'importanza di politiche volte a sostenere le imprese italiane nel contesto internazionale.

In risposta alle domande sulla collaborazione con Elon Musk e il progetto Starlink, Meloni ha smentito categoricamente l'esistenza di accordi favoriti dal governo, definendo tali notizie prive di fondamento.

Durante la conferenza, il Presidente dell'Ordine dei giornalisti, Carlo Bartoli, ha espresso preoccupazione per alcune normative che potrebbero limitare la libertà di stampa, auspicando un ripensamento delle riforme in discussione.

La conferenza stampa ha rappresentato un momento di confronto tra il governo e la stampa, offrendo l'opportunità di approfondire le linee programmatiche dell'esecutivo e di discutere temi rilevanti per il futuro del Paese.

Informazione e libertà di stampa

"Non ritengo di dovermi difendere dalla previsione di rappresentare un limite o un problema per la libertà di stampa o per la democrazia", ha detto Meloni.

"Mi stupisce che si metta insieme nello stesso intervento l'idea che il governo intenda comprimere i diritti per la stampa e l'opera attenta di sostegno" al settore svolta dal sottosegretario "Barachini", perché "tutto quello che fa Barachini è una scelta del governo e non del sottosegretario" singolo, ha aggiunto.

"Sento dire che io non risponderei spesso alle domande dei giornalisti. Ho fatto fare un calcolo: ho risposto nel 2024 a 350 domande, più di una al giorno. Ho fatto la scelta di non fare conferenze stampa al termine delle riunioni del consiglio dei ministri" per dare spazio ai ministri nelle rispettive sfere di competenza, perché "Giorgia Meloni non è sola al governo".

"Mi capita sempre più spesso di trovare virgolettati sui giornali, dichiarazioni che non solo non ho mai detto e pensato ma spesso vengono riportati fatti non avvenuti. Mi piacerebbe che da qui provassimo a ripartire con un piede diverso: io assicuro rispetto, ancora di più rispetto per il vostro lavoro e mi permetto di chiederlo a voi".

"In attuazione della direttiva europea del 2016 che riguarda il pieno rispetto della presunzione di innocenza, il Parlamento ha delegato il Governo ad approvare un decreto legislativo secondo cui non può essere pubblicata per intero o per estratto l'ordinanza di custodia cautelare in carcere. È consentito al giornalista di avere l'ordinanza, si chiede al giornalista di una fare sintesi. Si può continuare a dare notizia dei fatti di cronaca rilevanti, si chiede di non fare copia e incolla dell'ordinanza perché sono contenuti dati sensibili e stralci di intercettazioni. Non c'è nessuna limitazione del diritto di informare e essere informati. E il governo non ha ritenuto di inserire pene per chi dovesse violare le prescrizioni".

Il disegno di legge in discussione in Senato di iniziativa di FdI sulla diffamazione a mezzo stampa "non lo si può definire un tentativo di limitare la libertà di stampa", ha spiegato Meloni.

"Su una legge che porta il mio nome (per introdurre l'equo compenso per i giornalisti, ndr) non posso che essere d'accordo, c'è al ministero della Giustizia un osservatorio insediato e operativo anche con le associazioni dei giornalisti. Io sono assolutamente favorevole e a disposizione, ci sono alcuni Ordini che hanno dato attuazione alla norma. Quindi sono favorevole e a vostra disposizione".


La liberazione di Cecilia Sala

"C'è stato un lavoro di triangolazione diplomatica con Iran e Usa per quello che riguarda una svolta nel caso, non direi che c'è stato un momento di svolta perché la questione è stata seguita dall'inizio. Le interlocuzioni con l'Iran sono di natura diplomatica e di intelligence, il governo è tenuto alla riservatezza in questi casi. Mantovano è stato al Copasir ed è pronto a tornare nel caso in un'ulteriore audizione, ricordiamo che in Iran sono presenti altri 500 italiani e bisogna essere molto cauti".

"Ieri è stata una bella giornata per l'Italia intera, per il sistema Italia per le tante persone che ci hanno lavorato, una bella giornata per me e vi farò una confessione – ha aggiunto Meloni -: tra le molte cose che accadono quando si ricopre un incarico complesso come il mio posso dirvi che non ho provato un ‘emozione più grade in questi anni rispetto a quando ho detto alla madre di Cecilia che sua figlia tornava a casa. Voglio condividere con voi questo e ringraziare i tanti che hanno permesso che questo accadesse".

"Per quello che riguarda Abedini il caso è al vaglio del ministero della Giustizia, c'è un vaglio tecnico e politico, e secondo il trattato con gli Stati Uniti. E' una vicenda che bisogna continuare a discutere con gli amici americani: avrei voluto parlarne con Biden, che ha dovuto annullare il viaggio e a cui mandiamo la nostra solidarietà. Le interlocuzioni ci sono e ci saranno: il lavoro ancora complesso non è terminato ieri e penso si debba discutere nei dettagli nelle sedi opportune".

Il caso SpaceX e Musk

"Sono abbastanza colpita da come alcune notizie false rimbalzino e continuino ad essere discusse anche dopo essere state smentite, come il contratto smentito con SpaceX... usare il pubblico per fare favore agli amici non è mio costume. Io valuto l'interesse nazionale. E non ho mai parlato personalmente con Musk di queste vicende", ha spiegato la presidente del Consiglio.

"Neanche io personalmente ho le idee chiare si questa vicenda, si tratta di mettere in sicurezza alcune comunicazioni sensibili e delicate, parlando con il soggetto tecnologicamente più avanzato per questo lavoro, perché non ci sono alternative pubbliche. L'Italia e l'Europa non sono arrivate in tempo a immaginare tecnologie pubbliche che fossero in grado mettere in sicurezza queste comunicazioni. Oggi ci si sta lavorando, domani magari ci saranno soggetti pubblici in grado garantirle. L'alternativa non è un soggetto pubblico, ma è non avere la protezione di questi dati. Questo in un dibattito serio sarebbe il tema, ossia quale è lo scenario preferibile. Io sono laica su questo dibattito, però devo porre la questione, perché se domani quelle comunicazioni finiscono nelle mani sbagliate, il governo è responsabile: non posso fare finta che il problema non esiste".

"Non è la prima volta che accade" che si discuta di affidare ad un privato un servizio delicato come quello delle comunicazioni che potrebbero essere affidate a Starlink. "Lo stesso problema ci fu per il data center. Ma quando ciò venne affidato a Microsoft nessuno si è stracciato le vesti. Allora il problema sono le idee di Musk. Io non faccio favori ad amici ma non accetto che si attacchi una lettera scarlatta" a Musk.

"SpaceX ha illustrato al governo la tecnologia di cui dispone, che consente comunicazioni in sicurezza a livello nazionale e soprattutto planetario, e per noi significa soprattutto garantire comunicazioni sicure nel rapporto con le sedi diplomatiche e con i contingenti militari all'estero, che sono molto delicate. Si tratta di interlocuzioni che rientrano nella normalità. Decine di aziende si propongono per cose più disparate, poi si fa l'istruttoria, e se la cosa è di interesse si pone nelle sedi competenti. In questo caso gli ambiti con cui confrontarsi sono molti, dal Consiglio supremo di difesa fino al Parlamento. Ma siamo nella fase istruttoria, non capisco tutte le accuse che sono state rivolte".

Musk "non è un pericolo per la democrazia", ha aggiunto al presidente del Consiglio sostenendo invece che "ingerenze" vi siano in altri casi quando "persone facoltose usano le risorse per finanziare in mezzo mondo partiti e associazioni per condizionare le politiche, come nel caso di Soros. Io non prendo soldi da Musk, semmai l'hanno presi da Soros. Io il pericolo per la democrazia non lo vedo". E a chi le chiede di commentare le scelte di Musk in relazione alla campagna elettorale in Germania, Meloni replica: "Vorrei ricordare l'ingerenza di quella tedesca nella campagna italiana".

"Dobbiamo ricondurre le cose nell'alveo dove si trovano. Musk esprime la sua posizione e di questo stiamo parlando. Può piacere o non piacere ma quando mi si dice che c'è un pericolo di ingerenza evidenzio che non è il primo caso di persone note e facoltose che esprimono le loro opinioni. Io – aggiunge – ne ho viste parecchie e spesso contro di me e nessuno si è scandalizzato. Il problema – dice ancora – è quando queste persone usano le risorse per finanziare in mezzo mondo partiti e associazioni per condizionare le politiche, cosa che non mi risulta faccia Musk al contrario di Soros. Questa sì la considero una pericolosa ingerenza. Ma quando è accaduto si è parlato di filantropi: il problema è che è ricco e influente o che non è di sinistra?"

Autore Gregorio Scribano
Categoria Politica
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